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Don Francesco Massara arcivescovo di Camerino: «Vengo a condividere speranze e sofferenze» – Video

A salutare la sua ordinazione episcopale, avvenuta nella basilica-cattedrale di Mileto, oltre 200 religiosi tra i quali 2 cardinali e 25 vescovi nonché una nutrita delegazione proveniente dalle Marche

Don Francesco Massara arcivescovo di Camerino: «Vengo a condividere speranze e sofferenze» – Video

Mai come in questo caso la Chiesa di Mileto è apparsa così vicina a quella di Roma. Mai come ieri nella basilica-cattedrale, chiesa madre della più antica diocesi di rito latino del meridione d’Italia, si è respirata la stessa atmosfera e la medesima linfa vitale della basilica di San Pietro in Vaticano. Stesso odore d’incenso che caratterizza le cerimonie solenni del Papa, stessi celestiali suoni d’organo, espressi tra le navate dell’edificio sacro mentre le varie fasi del rito ne scandivano tempi e sentimenti di fede cristiana. Il tutto, nell’ambito di una cerimonia da grandi numeri, contrassegnata dalla presenza di un nutrito stuolo di fedeli, tra cui le massime autorità civili, politiche e militari della Regione, di 25 vescovi, di due cardinali e di oltre 200 religiosi. Giunti a Mileto per assistere all’ordinazione di monsignor Francesco Massara ad arcivescovo di Camerino-San Severino Marche. «Oggi è la festa del Signore – ha affermato visibilmente commosso il prelato 53enne di Drapia, al termine della sacra funzione – che chiama un uomo a partecipare al collegio apostolico e a condividere in modo speciale la sua vita nel servizio ad una Chiesa particolare. La Chiesa che è in Camerino-San Severino Marche. Chiedo al Signore di essere uomo di preghiera per voi e con voi, perché io possa perfezionarmi nella fede e nella grazia. Essere uomo dell’annuncio, perché il Vangelo possa incarnarsi nella mia vita attraverso il servizio ai poveri, ai sofferenti e agli ultimi. Essere uomo della comunione, con voi confratelli nell’episcopato, con voi sacerdoti e religiosi, con voi popolo di Dio a me affidato, per crescere insieme nella carità fraterna. Voi sarete, da oggi – ha aggiunto rivolto ai tanti fedeli giunti dalle Marche, guidati dall’assessore regionale Angelo Sciapichetti, dal sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, dal sindaco di San Severino Rosa Piermattei e dal rettore dell’Università di Camerino Claudio Pettinari – la mia nuova famiglia. Mi state accogliendo come vostro figlio, fratello e padre dimostrando di essere gente forte, di grande coraggio e di grande fede. Vengo a voi per condividere la vostra fede, le vostre sofferenze, le vostre gioie, le vostre speranze. La Madonna ci sostenga e ci guidi in questo cammino, insieme all’intercessione di San Venanzio e San Severino, perché possiamo adoperarci e ricostruire le coscienze ferite, le anime lacerate, le nostre chiese, le nostre case». (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)

In precedenza, era stato monsignor Luigi Renzo ad esprimere parole di stima ed affetto per monsignor Massara. «Caro don Franco – aveva sottolineato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, affiancato dal predecessore del nuovo arcivescovo, monsignor Giovanni Brugnaro, dagli arcivescovi metropoliti di Fermo, Rocco Pennacchio, e di Catanzaro-Squillace, Vincenzo Bertolone, e dall’arcivescovo emerito di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, Giovani Tani – la difficoltà per te potrà provenire anche dalla particolare situazione che sarai chiamato ad affrontare con tanti fratelli in grave sofferenza per il terremoto distruttivo recentemente subito e di cui sono ancora vittime. Non ti mancherà per questo la vicinanza di una terra laboriosa, paziente e creativa come quella marchigiana, come non ti mancherà il sostegno dei confratelli vescovi e soprattutto la forza del Signore che ripete anche a te come a Geremia: “Andrai da coloro a cui ti manderò senza paura” perché “io ti ho costituito messaggero, apostolo e maestro”. Messaggero di pace, apostolo di bene, maestro per annunciare e portare “la gioia del Vangelo” sulle orme e con la protezione dei santi martiri Venanzio e Severino, patroni di quella Chiesa, a cui il Signore ed il Santo Padre ti hanno destinato. Concludo – ha aggiunto il presule miletese – con l’augurarti ogni bene nel Signore come il tuo cuore desidera. Vai con lui nel tuo nuovo campo di missione. Ti accompagnino da qui i nostri patroni San Nicola, San Pantaleone, Santa Domenica e la Madonna di Romania; ti accolgano nella tua nuova Chiesa i patroni San Venanzio, San Severino e la Madonna Annunziata, titolare di quella Cattedrale».

La celebrazione eucaristica si è conclusa con un significativo gesto di monsignor Massara. Dopo l’intervento di saluto, il nuovo arcivescovo, rompendo il protocollo, ha voluto attraversare la navata centrale della basilica-cattedrale con i “suoi” chierichetti. Una quindicina di “piccoli angeli”, che lo hanno accompagnato all’altare nel suo anno di apostolato tra la comunità di Limbadi. Segnale chiaro del fatto che, al di là di tutto, egli intende rimanere un semplice parroco, il don Franco che tutti, nel tempo, hanno imparato a conoscere e ad amare. GUARDA LA CELEBRAZIONE INTEGRALE: 

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