Rinascita Scott, Bartolomeo Arena: «Ecco chi comanda a Pizzo Calabro»
Il collaboratore di giustizia ha svelato gli assetti criminali esistenti sul territorio e la divisione fra diversi clan e personaggi
Pizzo Calabro divisa per gli affari più consistenti fra il clan Anello di Filadelfia e i Bonavota di Sant’Onofrio, ma con personaggi dimoranti sul territorio pronti a gestire tutti gli altri settori criminali. Il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena nel corso della sua deposizione nel maxiprocesso Rinascita Scott, rispondendo nel corso di due udienze alle domande del pm della Dda di Catanzaro Andrea Mancuso prima, e poi del pm Annamaria Frustaci, si è soffermato sugli assetti mafiosi esistenti a Pizzo spiegando che tale territorio “se lo dividono Rocco Anello insieme a suo fratello ed i Bonavota”. Ad avviso del collaboratore, a “costruire l’Eurospin a Pizzo è stato Rocco Anello, mentre altro personaggio che opera su Pizzo è Domenico Pardea, fratellastro di Antonio Macrì. Sebbene affiliato nel locale di ‘ndrangheta di Vibo Valentia, Domenico Pardea opera a Pizzo e si occupa di droga ed estorsioni rapportandosi con gli Anello. [Continua in basso]
Altro personaggio che opera su Pizzo – ha aggiunto il collaboratore – è Salvatore Mazzotta che non va però tanto d’accordo con Domenico Pardea in quanto Mazzotta è cognato con il figlio di Damiano Vallelunga di Serra San Bruno e già prima di essere ucciso Vallelunga nel 2009, si era allontanato da Rocco Anello. Salvatore Mazzotta e Domenico Pardea non si stimano e non hanno mai fatto affari insieme. Ricordo che una volta, fra il 2006 ed il 2007, Domenico Pardea, detto U Ranisi, sparò al piede del compagno della madre di Mazzotta, tale Cocciolo di Soriano Calabro. Cocciolo aveva avuto una discussione con Mommo Macrì puntandogli la pistola e lo zio Domenico Pardea era andato a spararlo colpendolo al piede. Il nonno di Mazzotta era invece molto amico dei vibonesi. A mettere pace fra Salvatore Mazzotta e Domenico Pardea è stato Francesco Antonio Pardea.
In ogni caso Salvatore Mazzotta è affiliato al clan dei Piscopisani ma per gli affari illeciti su Pizzo si rapporta anche al clan Bonavota di Sant’Onofrio. Ricordo che Francesco Antonio Pardea è riuscito a sistemare una situazione estorsiva ai danni del titolare di un lido-ristorante alla Marinella di Pizzo che aveva subito un danneggiamento ed era un suo parente. A chiedere l’estorsione – ha dichiarato il collaboratore – era stato Domenico Pardea per conto di Rocco Anello. Stretti sodali di Salvatore Mazzotta sono invece Luca Belsito e il cugino Onofrio D’Urzo. Quando Mazzotta uscì dal carcere, dopo essere stato arrestato in un’operazione, si fece carico di un debito di droga che aveva fatto Luca Belsito”.
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