Omicidio fratelli Mirabello: vent’anni di reclusione per gli imputati
È la condanna inflitta oggi dal giudice del Tribunale di Cagliari. I due ragazzi originari di San Gregorio d'Ippona sono stati assassinati il 9 febbraio 2020 nelle campagne di Dolianova in Sardegna
Vent’anni di reclusione ciascuno per duplice omicidio volontario. È la condanna inflitta oggi dal giudice del Tribunale di Cagliari, Giorgio Altieri, nei confronti di Joselito e Michael Marras, padre e figlio di 53 e 28 anni, di Dolianova (Sud Sardegna), a processo con rito abbreviato con l’accusa di aver ucciso i due allevatori di San Gregorio d’Ippona nel Vibonese, i fratelli Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, il 9 febbraio 2020 nelle campagne di Dolianova. I due Marras sono stati inoltre condannati alla sanzione della libertà vigilata per cinque anni e al risarcimento dei danni in favore delle costituite parti civili, assegnando loro una provvisionale di 250.000 euro ciascuno per la moglie di Massimiliano Mirabello, Piano Luana ed i figli (rappresentati tutti dall’avvocato Salvatore Sorbilli) ed 200.000 euro per le sorelle Eleonora Mirabello (avv. Alessandrini), Caterina Mirabello (avv. Piscitelli) e Adelaide Mirabello (avv. Sorbilli), nonché altra provvisionale in favore dei nipoti dei fratelli uccisi e l’associazione Penelope (avv. Spada). [Continua in basso]
Accolta, dunque, integralmente la ricostruzione e la richiesta del pubblico ministero Gaetano Porcu che aveva anche condotto le indagini dei carabinieri dopo il duplice delitto. Tensione in corridoio dopo la sentenza, con le urla di Joselito Marras contro la sentenza: aveva reso piena confessione, scagionando il figlio dall’accusa di aver commesso il duplice delitto assieme a lui. Condannato a due anni anche Stefano Mura, 43 anni di Dolianova, accusato di favoreggiamento per un coltello ritrovato nei pressi del luogo del delitto.
Dopo il duplice omicidio, Joselito e Michael Marras – secondo l’accusa – avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, alla mercé dei cinghiali. Il movente, secondo il pm, sarebbe da ricercare nelle liti continue per questioni di pascolo e nella tensione che, nel tempo, si era accumulata tra le due famiglie. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Gianfranco Piscitelli, assieme al legale Salvatore Sorbili e Antonello Spada parte civile per i familiari delle due vittime e dell’associazione Penelope che aveva aiutato nelle ricerche nel mese in cui i fratelli Mirabello risultavano scomparsi. Leggeranno le motivazioni della decisione del giudice e poi presenteranno ricorso in appello gli avvocati difensori Maria Grazia Monni, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu. A difendere Stefano Mura, invece, c’erano Gianfranco Trullu e Doriana Perra.