Narcotraffico: “Giardini segreti”, fissato il processo d’appello
L’inchiesta della polizia e della Dda di Catanzaro è nata anche grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso. In due escono definitivamente di scena
Si va in appello per il troncone processuale dell’operazione antidroga “Giardini Segreti” nata anche dalle dichiarazioni di Emanuele Mancuso. Dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro è stato infatti fissato per il 15 settembre prossimo il processo di nove imputati, tutti condannati in primo grado dal gup distrettuale. Si tratta di: Emanuele Mancuso, di 33 anni, di Nicotera, condannato a 4 anni e 11 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 4 anni e 8 mesi); Giuseppe Navarra, di 30 anni, di Rombiolo, condannato a 6 anni e 10 mesi (7 anni e 4 mesi chiesti dal pm); Giuseppe Franzè, di 34 anni, di Stefanaconi, condannato a 6 anni e 10 mesi (7 anni e 3 mesi di reclusione la richiesta del pm); Giovanni Battaglia, di 35 anni, di Nicotera, condannato a 6 anni e 10 mesi (7 anni e 6 mesi la richiesta del pm); Francesco Costa, di 37 anni, di Nicotera, condannato a 6 anni e 8 mesi (7 anni la richiesta del pm); Giuseppe De Certo, di 28 anni, di Nicotera, condannato a 4 anni e 3 mesi (7 anni e 4 mesi chiesti dal pm); Francesco (Ciko) Olivieri, di 35 anni, di Nicotera, condannato a 6 anni e 10 mesi (7 anni e 5 mesi chiesti dal pm); Valentin Cirpian Stratulat, di 23 anni, residente a Nicotera, condannato a 7 anni e 2 mesi (7 anni e 5 mesi chiesti dal pm); Pantaleone Perfidio, di 34 anni, di Nicotera, condannato a 7 anni e 2 mesi (7 anni e 3 mesi chiesti dal pm). Per tali imputati, la presentazione del ricorso in appello è stata presentata dai rispettivi difensori.
Escono definitivamente di scena, non avendo la Dda impugnato le assoluzioni decise in primo grado: Giuseppe Olivieri, di 39 anni, di Nicotera, assolto per non aver commesso il fatto; Cesare Costa, di 40 anni, di Nicotera, assolto per non aver commesso il fatto (7 anni la richiesta del pm). [Continua in basso]
A capo del gruppo, secondo l’accusa, insieme ad Emanuele Mancuso (attuale collaboratore di giustizia e figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto l’Ingegnere), con un ruolo di spicco nella compagine dedita al traffico di marijuana ed alla sua produzione ci sarebbe stato anche Giuseppe De Certo. Fra i principali acquirenti di marijuana, a sua volta da piazzare fuori dalla provincia di Vibo, gli inquirenti ritengono di aver individuato Giuseppe Franzè. Francesco Olivieri, detto “Cicko” (autore della sparatoria del maggio 2018 costata due morti a Nicotera e tre feriti a Limbadi) avrebbe quindi individuato nell’estate del 2015 il terreno (fra Nicotera e Joppolo) su cui avviare la piantagione, realizzando l’impianto di irrigazione e curato le operazioni di coltivazione della marijuana.
Per altra coltivazione individuata nell’agosto del 2015 in una casa popolare abbandonata – di fronte l’abitazione della nonna di Emanuele Mancuso – in via Foschea a Nicotera rispondevano invece Emanuele Mancuso, Francesco Olivieri, Giuseppe Navarra e Giuseppe Franzè, con quest’ultimo accusato di aver poi acquistato lo stupefacente per piazzarlo. L’operazione è stata condotta sul campo dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia.
Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Francesco Schimio (per Valentin Stratulat e per Francesco Olivieri), Antonia Nicolini (per Emanuele Mancuso), Daniela Garisto (per Giuseppe Navarra), Francesco Sabatino (per Giovanni Battaglia), Francesco Capria (Giovanni Battaglia, Francesco Costa, Giuseppe De Certo, Pantaleone Perfidio) Vincenzo Galeota e Alessandra Coppolino (per Giuseppe Franzè), Guido Contestabile (per Giuseppe Navarra).
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