Processo contro il clan dei Piscopisani a Vibo: Moscato e le rapine a mano armata
Operazione “Rimpiazzo”: nella deposizione del collaboratore di giustizia dinanzi al Tribunale di Vibo, i singoli episodi criminali e la divisione dei proventi illeciti
E’ ripreso oggi l’esame del collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, nel processo nato dall’operazione antimafia denominata “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani. Dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, il collaboratore ha ripercorso – collegato in videoconferenza – diversi episodi criminali oggetto di specifici capi d’imputazione. [Continua in basso]
Tante le rapine portate a termine dal clan dei Piscopisani e raccontate in aula. Come quella del 2011 quando Raffaele Moscato e Angelo David hanno portato a “casa” un “bottino” di oltre 60mila euro. Ad essere presa di mira in questo caso è stata una rivendita di bibite all’ingrosso in località Aereporto di Vibo Valentia. “La soffiata ci è stata data da Michele Silvano Mazzeo, un personaggio di spessore di Mileto che trafficava droga. A decidere la rapina sono stati anche Rosario Battaglia e Francesco Scrugli. Sono andato con Angelo David nell’ufficio della società, sito in località Aereoporto di Vibo Valentia, utilizzando un casco integrale ed impugnando una pistola calibro 45 che ho poi puntato verso un dipendente intimandogli di consegnare il denaro. Ci siamo recati sul posto con uno scooter T Max rubato da me a Pizzo. Il denaro dopo la rapina l’abbiamo portato alla Loggia, la campagna di Nazzareno Fiorillo usata come base del clan e qui abbiamo diviso i soldi con Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo, Francesco Scrugli, Michele Silvano Mazzeo e naturalmente io e Angelo David”.
Il 28 agosto 2011 Raffaele Moscato ha poi portato a termine altra rapina a Vibo Valentia ai danni di un rappresentante di gioielli al quali sono stati sottratti preziosi per un valore superiore a ventimila euro. “In un caso – ha ricordato Moscato – a darci la soffiata per rapinare a Vibo un rappresentante di gioielli sono stati Davide Fortuna e suo cognato Francesco Tassone. Siamo partiti io e Stefano Farfaglia e il fratello di Tassone ed abbiamo rapinato lo zaino di questo rappresentante di gioielli mentre scendeva le scale in un palazzo di Vibo Valentia non distante dalla caserma dei carabinieri. Poi abbiamo portato lo zaino nel garage di Francesco Tassone e vi abbiamo trovato gioielli per oltre ventimila euro. Alla divisione della rapina hanno partecipato pure Angelo David, Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo”. [Continua in basso]
Nell’ottobre successivo (10-10-2011) ulteriore rapina a mano armata. Ad essere presa di mira è stata questa volta è stata una gioielleria a Mileto ed a dare la “soffiata” sarebbe stato Michele Silvano Mazzeo che avrebbe messo a disposizione di Moscato e D’Angelo uno scooterone. “Siamo entrati armati nella gioielleria – ha ricordato Moscato – e dentro ci stavano un prete ed una donna. Ho puntato loro la pistola mentre Angelo David svuotava la cassaforte mettendo i gioielli in un borsone. Siamo fuggiti con lo scooterone lasciato parcheggiato poi in una stradina di Mileto dove è venuto a prenderci con una macchina Sarino Battaglia che ci ha portati a Piscopio. La rapina ha fruttato quasi trentamila euro ed abbiamo diviso tutto con Battaglia, Rosario Fiorillo e Michele Silvano Mazzeo”.
Il 23 novembre 2011, quindi, Raffaele Moscato ed Angelo David sono accusati di aver compiuto altra rapina ai danni del supermercato Despar di via Don Mellano a Vibo Valentia. “In questo caso il bottino ammonta a sole 250 euro. Erano circa le 20,30 ed io – ha ricordato il collaboratore – entrando ho puntato la pistola mentre Angelo David è riuscito a prendere solo tale somma perché il resto era già stato portato via dai dipendenti. Sono stati Battaglia e Scrugli a decidere di fare la rapina perché pensavano ci fossero venticinquemila euro”.
Oltre tremila euro, invece, la somma rapinata il 27 novembre 2011 all’esercizio commerciale “Fratelli Nusdeo” di via Vittorio Veneto a Vibo Valentia. In questo caso Raffaele Moscato avrebbe agito da solo materialmente, ma avrebbe diviso poi i soldi con Angelo David e Rosario Battaglia. [Continua in basso]
Gli imputati
Gli imputati dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia sono: Giuseppe Salvatore Galati, 57 anni, detto “Pino il ragioniere”, indicato quale “capo società” del clan dei Piscopisani; Nazzareno Galati, 31 anni, di Piscopio; Rosario Battaglia, 36 anni, indicato quale vertice del “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio; Giuseppe Brogna, 62 anni, di Piscopio; Stefano Farfaglia, 37 anni, residente a San Gregorio d’Ippona; Angelo David, 37 anni, di Piscopio; Benito La Bella, 33 anni, di Piscopio; Nicola Barba, detto “Cola”, 69 anni, di Vibo Valentia, residente a Bivona; Nazzareno Colace, 56 anni, di Portosalvo; Ippolito Fortuna, 60 anni, di Vibo Marina; Francesco Tassone, 43 anni, imprenditore agricolo residente a Vibo; Francesco Felice, 27 anni, di Piscopio; Maria Concetta Fortuna, 62 anni, di Piscopio; Nazzareno Fortuna, 31 anni, di Piscopio; Pantaleone Mancuso, 59 anni, detto “Scarpuni”, di Limbadi, residente a Nicotera Marina; Nazzareno Pannace, 31 anni, di Vibo ma domiciliato a Bologna; Francesco Popillo, 35 anni, di Vibo ma residente a Bologna; Francesco Romano, 34 anni, di Briatico; Pierluigi Sorrentino, 30 anni, di Vibo Marina;
Michele Staropoli, 54 anni, di Piscopio; Domenico D’Angelo, 58 anni, di Piscopio; Giuseppe D’Angelo, 47 anni, di Piscopio; Michele Fortuna, 36 anni, di Piscopio; Giuseppe Lo Giudice, 42 anni, di Piscopio; Tommaso Lo Schiavo, 60 anni, di Piscopio; Raffaella Mantella, 47 anni, di Vibo Valentia (sorella del collaboratore Andrea Mantella); Michele Silvano Mazzeo, 50 anni, di Mileto; Simone Prestanicola, 43 anni, di Piscopio; Annarita Tavella, 34 anni, di Vibo Valentia; Gianluca Tavella, 51 anni, di Vibo; Leonardo Vacatello, 52 anni, di Vibo Marina; Luigi Zuliani, 50 anni, di Piscopio; il finanziere Giovanni Tinelli, 44 anni, di Trieste, in servizio a Vibo; Mariano Natoli, 52 anni, di Termini Imerese, anche lui finanziere in forza al Reparto operativo della Guardia di Finanza di Vibo Valentia.
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