Caos rifiuti a Vibo Valentia: si muove anche la Procura della Repubblica
Blitz dei carabinieri negli uffici del Comune alla ricerca di carte, delibere e documenti utili ad accertare responsabilità penali per lo stato di degrado ambientale in cui versa la città
Non passa inosservato all’occhio attento della Procura di Vibo Valentia, guidata dal procuratore Bruno Giordano, lo stato di degrado in cui versa la città capoluogo a causa di un’enorme quantità di rifiuti sparsi in strada in ogni angolo, dal centro alla periferia. E non passa in tal senso inosservata a Il Vibonese.it la “visita” che gli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Procura, aliquota carabinieri “Nucleo Ambiente”, guidati dal luogotenente Gaetano Vaccari, hanno compiuto nelle stanze di “palazzo Luigi Razza”, sede del Comune, alla ricerca di carte, documenti ed ogni altra informazione utile a vederci chiaro sull’intero “caos rifiuti” ed accertare così eventuali responsabilità penali per reati che si stanno consumando “alla luce del sole” contro l’ambiente e la salute pubblica. Una città trasformata in discarica a cielo aperto, con buona pace per la salute dei cittadini, che il procuratore Bruno Giordano (in foto) – da sempre particolarmente sensibile alla salvaguardia ambientale e conoscitore della materia come pochi – non è disposto di certo a tollerare. Per quanto attiene ai suoi compiti più specifici – la repressione dei reati e l’individuazione delle responsabilità penali – ha quindi deciso di vederci chiaro. Ed il “blitz” all’interno del Comune – che Il Vibonese.it è in grado di svelare – ne costituisce la conferma. Al vaglio della sezione di polizia giudiziaria – aliquota carabinieri Nucleo Ambiente – sono finiti un bel po’ di documenti: delibere, affidamenti di incarichi, appalti, proroghe e tutto quanto attiene alla gestione dei rifiuti, presente e passata. Tolleranza zero – come più volte ribadito dal procuratore nel corso delle conferenze stampa – verso chi commette reati contro l’ambiente. La situazione a Vibo-città e nelle frazioni è del resto divenuta insostenibile. Una vera e propria emergenza sanitaria, con rifiuti ammassati ovunque e che occorre al più presto stroncare. La Procura ed i carabinieri – che già nelle scorse settimane hanno sequestrato l’isola ecologica di via Murmura e via Pellicano, a pochi passi dalla sede del comando provinciale dell’Arma – intendono andare sino in fondo ed indagare ad ampio raggio per portare alla luce tutte le inadempienze degli amministratori e della ditta appaltatrice della raccolta dei rifiuti, che stanno rendendo la vita impossibile ad un’intera comunità. L’indagine è appena all’inizio, ma destinata – c’è da scommetterci – a fare “rumore” in tempi brevi. Di certo i carabinieri non sono tornati a mani vuote dalla “visita” negli uffici del Comune e di certo ogni volta che gli inquirenti hanno messo le mani nel settore dei rifiuti a Vibo Valentia, le sorprese non sono mancate: dalla vecchia società “Proserpina”, i cui amministratori si trovano attualmente sotto processo per bancarotta fraudolenta, alla ditta Ased di Rosario Azzarà, l’imprenditore di Melito Porto Salvo che si era aggiudicato la raccolta della spazzatura a Vibo ma è stato arrestato e coinvolto nel 2016 nell’inchiesta “Ecosistema” della Dda di Reggio Calabria. E nelle società addette alla raccolta dei rifiuti a Vibo non sono mancate negli anni neppure assunzioni clientelari sponsorizzate dai politici di turno. Oggi a gestire i rifiuti a Vibo Valentia è la ditta “Dusty” e, oltre agli evidenti disservizi, continuano a non mancare nei confronti della ditta accuse ben precise da parte delle organizzazioni sindacali che lamentano le modalità di impiego degli operai e non solo. Aspetti sui quali sarà ora la Procura di Vibo a dire la sua. LEGGI ANCHE: Emergenza rifiuti a Vibo, l’ex assessore Russo attacca: «La Dusty tiene sotto scacco la città»
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