Intercettazioni, Gratteri: «Fatto grave su periti ma processo non rischia nulla»
Alcuni consulenti andati persino dal pm di udienza con il bigliettino in mano per offrire le proprie perizie. Uno di loro beccato al bar dinanzi all’aula bunker seduto con un imputato
Periti nominati dal Tribunale di Vibo Valentia che vanno a caccia di consulenze – talvolta anche rincorrendo i difensori o gli stessi imputati per reati di mafia – dopo aver chiesto più tempo per portare a compimento la loro missione lamentando un’eccessiva mole di lavoro. Dopo la denuncia di ieri, avvenuta durante un’udienza del maxi processo Rinascita Scott contro i clan della ‘ndrangheta del Vibonese, il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, è tornato a parlarne stamane con i giornalisti. «Noi abbiamo sempre parlato di tolleranza zero, di rispetto delle regole e dell’osservanza ortodossa del codice e della deontologia. Quello che noi facciamo o diciamo non è pura accademia o discorsi teorici, io applico sempre in concreto le regole e le norme» ha spiegato il procuratore parlando a margine di un vertice in Prefettura. «E’ intollerabile – ha aggiunto Gratteri – che dei consulenti, che hanno avuto l’ardire di chiedere una proroga di 24 mesi al Tribunale in un processo così delicato e importante come Rinascita Scott, dove ci sono migliaia e migliaia di telefonate, vadano in giro nell’aula bunker di Lamezia Terme con i volantini, con i bigliettini da visita per chiedere, per offrirsi a fare trascrizioni e consulenze, andando anche dalla dottoressa Frustaci, che era pm in udienza, con il bigliettino da visita per dire se aveva bisogno di consulenza, quando era stata depositata istanza di proroga di 24 mesi. Poi andiamo a scorrere sui loro profili Facebook e vediamo che andavano ancora in giro a ricevere incarichi. Ma – ha rimarcato il procuratore capo della Dda di Catanzaro – la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando abbiamo videoregistrato uno dei consulenti del processo Rinascita Scott seduto al tavolino del bar, difronte all’’aula bunker, con un soggetto che era stato ai domiciliari». [Continua in basso]
Il maxiprocesso non rischia nulla
Secondo Gratteri «il maxiprocesso non rischia assolutamente nulla, perché già al gup Claudio Paris, nell’aula bunker di Roma avevo detto: ‘Presidente, necessitano decine di consulenti, non due consulenti’; adesso abbiamo ribadito questa istanza al Tribunale di Vibo chiedendo almeno 10-15 consulenti. Quella dei tempi – ha aggiunto il procuratore – è una scelta che non compete alla Procura ma è una decisione del Collegio, che ha già convocato questi consulenti per il 5 luglio, quando dovranno dare spiegazioni su tutto quello che ieri – ha concluso il procuratore di Catanzaro – ho denunciato in aula».
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