Pregiudicato vuol portare il quadro della Madonna della neve, i carabinieri interrompono la processione a Zungri
L’intervento dei militari nel corso del corteo in onore della Madonna della neve, venerata nel piccolo centro del Poro. Attimi di tensione ma poi la situazione è tornata alla normalità
La pretesa del noto Giuseppe Accorinti, 59 anni, alias “Peppone”, ritenuto a capo dell’omonimo clan, di portare a spalla la sacra effigie della Madonna delle neve, è alla base dell’azione dei carabinieri che hanno interrotto, questa mattina, per motivi di ordine pubblico la processione religiosa a Zungri. Il corteo era già partito dalla chiesa in cui è custodito il quadro venerato dai fedeli, quando i militari dell’Arma, intervenuti in forze, hanno fatto bloccare temporaneamente la processione. Qualche voce di protesta si è levata tra i componenti del comitato organizzatore, ma il corteo è stato comunque portato a termine sotto l’occhio attento dei carabinieri della locale Stazione e quello dei colleghi nel frattempo sopraggiunti da Tropea, sede della Compagnia diretta dal maggiore Dario Solito. Alcuni tra gli organizzatori sono stati poi convocati in caserma per i chiarimenti del caso e indagini sono state avviate per definire i contorni dell’increscioso episodio. Nessuna conseguenza dal punto di vista penale. La “palla” passa ora alla chiesa locale che dovrà spiegare all’opinione pubblica la presenza da protagonista del pluripregiudicato Giuseppe Accorinti (in foto) alla manifestazione religiosa ed anche lui per un tratto fra i portatori del quadro della Madonna della Neve. Dal canto suo, il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo, ha ammesso che nell’occasione “si è verificata qualche falla nello svolgimento della manifestazione. Purtroppo accade a volte che circostanze di questo tipo non possano essere previste nell’immediatezza, ma nel momento in cui si verificano occorre intervenire con risolutezza com’è avvenuto in tale occasione, per consentire il normale svolgimento della processione”. Giuseppe Accorinti si trova attualmente mputato dinanzi al Tribunale collegiale di Roma per narcotraffco nell’ambito dell’operazione “Replay” per la quale in primo e secondo grado, a Vibo e Catanzaro, è stato condannato a 21 anni di reclusione. La condanna è stata però annullata dalla Cassazione che ha stabilito la competenza territoriale del Tribunale di Roma dinanzi al quale si sta ancora celebrando il processo di primo grado a oltre 10 anni dal blitz seguito all’operazione.