‘Ndrangheta: sentenza “Costa Pulita”, confische milionarie fra Briatico e Zambrone
Passano allo Stato società di navigazioni, motonavi, appartamenti, terreni, fabbricati, autoveicoli, ditte di costruzioni, villaggi turistici e negozi dei clan Accorinti, Bonavita, Melluso e Mancuso
Ordina anche la confisca di diversi beni immobili, società, navi ed auto, nella disponibilità del clan Accorinti e dei Melluso, la sentenza del processo in abbreviato nato dall’operazione antimafia denominata “Costa Pulita” emessa ieri dal gup distrettuale Pietro Carè. Una parte importante del dispositivo è infatti dedicata alla confisca dei beni e dei rapporti finanziari riconducibili ad Antonino Accorinti, condannato a 14 anni ed 8 mesi di reclusione quale capo dell’omonimo clan di Briatico. Fra questi, l’intero capitale sociale (pari a 15.493,71 euro) della “San Giorgio snc di Fasolis Lucia Maria & C.” con sede a Briatico in località San Giorgio intestato per un terzo ciascuno a Fasolis Lucia Maria, Sergi Saverio e Napoli Carmela, ma di fatto “riconducibile congiuntamente – spiega il giudice in sentenza – ad Antonino Accorinti, Giuseppe Francesco Bonavita e Saverio Sergi”. Confiscato poi l’intero compendio aziendale della società fra cui il noto “Villaggio Green Garden” di Briatico, appezzamenti di terreno e sei autobus, nonché “qualsiasi altro bene, mobile ed immobile, facente parte del patrimonio aziendale della stessa società e risultante dalle scritture contabili”. Confiscata anche la quota complessiva del 75% del capitale sociale (pari a 10mila euro) della società di navigazione “Briatico Eolie” con sede a Briatico. Il capitale sociale è così ripartito: 25% delle quote intestate a Greta Accorinti, ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti, 25% intestate a Giorgia Accorinti, ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti, 25% alla Horacle srl, ma di fatto riconducibile congiuntamente ad Antonino Accorinti e Pino Bonavita. L’elenco dei beni confiscati continua con il compendio aziendale della “Briatico Eolie srl” fra cui la motonave Imperatrice, quattro autoveicoli, un autocarro, un Ford Transit, due autobus, nonché “qualsiasi altro bene, mobile ed immobile, facente parte del patrimonio aziendale della stessa società e risultante dalle scritture contabili”. Confisca pure per il 50% delle quote del capitale sociale (intestate a Greta Accorinti ma di fatto riconducibili ad Antonino Accorinti) della “Horacle srl” con sede nella zona industriale Portosalvo e relativo compendio aziendale fra cui: il 25% di partecipazione al capitale sociale della “Briatico Eolie”, un appartamento a Briatico, un terreno in località Panoramica Cocca intestato a Gennaro Melluso “ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti”, un’autovettura Alfa Romeo, la motonave denominata “Etica”. Le altre confische interessano i beni riconducibili all’imprenditore Giuseppe Granato (condannato a 8 anni). Si tratta della quota del 13% del capitale sociale della “Sicam srl” (intestata a Giuseppe Granato, ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti) con sede legale a Briatico su corso Regina Margherita; della quota complessiva del 70% (20% intestata ad Andrea Granato, 20% a Emanuele Granato, 30% a Vincenzo Perugini, ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti) del capitale sociale (pari a 20mila euro) della “Costadei srl”, con sede legale a Cosenza, intestato anche a Giuseppe Granato per il 10% ed a Roberto Caruso per il 20%. Confiscato pure il compendio aziendale della “Costadei srl” fra cui tutto il complesso residenziale denominato “Zambrone Village” realizzato a Zambrone in località Crita, costituito da 50 unità abitative, appartamenti in corso di costruzione e due terreni. Sempre a Giuseppe Granato è stata confiscata la ditta denominata “Impresa di Costruzioni San Leo” con sede a Briatico in località San Giacomo comprensiva di un fabbricato in località Solaro, di nove appartamenti, quattro autocarri, quattro appezzamenti di terreno a Briatico, un mini-appartamento in un complesso residenziale sito a Zambrone in località Crita. Fra i beni confiscati pure delle unità immobiliari a Cosenza in via Panebianco intestate ad Andrea Granato, ma di fatto riconducibili a Giuseppe Granato. Confiscato poi l’intero capitale sociale della “Briatico Navigazioni – società cooperativa” con sede a Briatico in via Matteotti intestato per 500 euro a Martina Accorinti, 500 euro ad Antonino Accorinti, 500 euro a Sergio Bagnato (ex consigliere comunale di Briatico condannato a 4 anni di reclusione), ma di fatto interamente riconducibile ad Antonino Accorinti. Nel compendio aziendale confiscato a tale società figura anche la motonave “Martina” e un autobus Mercedes. La confisca non risparmia neppure i beni ed i rapporti finanziari riconducibili a Francesco Marchese (condannato a 6 anni e 8 mesi) e segnatamente una unità da diporto denominata “Sub Sea Explorer”, così come i beni riconducibili a Leonardo Melluso (condannato a 10 anni) quale capo dell’omonimo clan federato agli Accorinti ed ai Bonavita. Segnatamente sono stati sequestrati il patrimonio della ditta individuale “RL Costruzioni di Russo Leonardo” con sede a Longobardi in via Roma, intestata a Russo Leonardo ma di fatto riconducibile a Leonardo Melluso e comprensiva di due autocarri, un appartamento a Briatico ed un terreno, sempre a Briatico, sul quale insiste un fabbricato in costruzione ed un appartamento in via Risorgimento intestato a Rosa Costanzo. Confisca anche per la quota del 50% del capitale sociale (pari a 10.329,14 euro) della “Green Beach s.n.c.” di Armando Bonavita (figlio di Pino Bonavita) e Antonio Accorinti (figlio di Antonino Accorinti) con sede a Briatico in viale Vittoria. Nel compendio aziendale della società figurano una serie di beni oggetto di confisca. Si tratta di due negozi sul lungomare di Briatico, due fabbricati in località “Ponte”, un appezzamento di terreno in località “San Giorgio” e quattro in località “Ponte”. In località Brace è stato invece confiscato un fabbricato intestato a Pamela Accorinti, ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti, in località Piana di Vadi un appartamento intestato a Salvatore Muggeri (genero di Accorinti e condannato a 7 anni), di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti, altro appartamento in località Piana di Vadi intestato a Greta Accorinti ma nella disponibilità di Antonino Accorinti. Passa allo Stato il 50% del complesso dei beni costituenti il patrimonio aziendale della ditta individuale “Staropoli Domenica” con sede a Briatico su corso Margherita intestata a Domenica Staropoli, ma di fatto riconducibile anche ad Antonino Accorinti, e relativo compendio aziendale. Confisca pure per un appartamento ed un garage intestato a Marilena Grillo ma di fatto riconducibili ad Antonino Accorinti, altro appartamento su corso Regina Margherita intestato a Carmela Napoli ma di fatto riconducibile ad Antonino Accorinti, un appezzamento di terreno sito in località “Lenza” di Briatico riconducibile ad Antonio Accorinti. Infine, confiscati pure i beni riconducibili a Carlo Russo di Zambrone (condannato ad 8 anni) ed a Giancarlo Lo Iacono di Zambrone (pure lui condannato ad 8 anni). Si tratta dell’intero capitale sociale della “Calabria Dreams srl”, società a responsabilità limitata con socio unico, di fatto riconducibile al boss Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, Carlo Russo e Giancarlo Lo Iacono. La società possiede diversi beni immobili, anche questi confiscati. In foto dall’alto in basso: Nino Accorinti, Giuseppe Granato, Francesco Marchese, Carlo Russo e Giancarlo Lo Iacono LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta, processo “Costa Pulita”: raffica di condanne per gli imputati (VIDEO)
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