Autobomba di Limbadi: conclusi gli interrogatori di garanzia per tre indagati
Per un quarto si procederà invece domani in carcere. Sono accusati dell’omicidio di Matteo Vinci e del ferimento del padre Francesco
Si sono conclusi gli interrogatori di garanzia di tre dei quattro indagati per l’omicidio del biologo Matteo Vinci, ucciso con un’autobomba a Limbadi il 9 aprile scorso, e per il ferimento del padre Francesco, vittima anche di un brutale pestaggio nell’ottobre del 2017, raggiunti ieri da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip distrettuale di Catanzaro che ha accolto la richiesta della Dda. Rosaria Mancuso, difesa dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Francesco Sabatino, interrogata nel carcere di Lecce, ha risposto alle domande del giudice respingendo tutte le accuse, mentre nel carcere di Vibo il marito Domenico Di Grillo (avvocato Giuseppe Di Renzo) si è avvalso della facoltà di non rispondere. Rinviato invece a domani per una mancata notifica al difensore, l’interrogatorio di Lucia Di Grillo, figlia di Rosaria Mancuso e Domenico Di Grillo, difesa dall’avvocato Giovanni Vecchio. Infine, nel carcere di Vibo ha risposto alle domande del giudice dichiarandosi estraneo ai fatti, Vito Barbara, marito di Lucia Di Grillo, difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Fabrizio Costarella.L’ordinanza del gip Federico Zampaoli sottolinea l’esistenza di esigenze cautelari “eccezionali”, atteso che dalle risultanze investigative appare certo – ad avviso del magistrato – che gli indagati se lasciati liberi porterebbero a compimento la loro missione di morte con gli omicidi anche dei genitori di Matteo Vinci. LEGGI QUI: Autobomba a Limbadi: i Mancuso-Di Grillo potevano contare su una “talpa”