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Omicidio Franzoni a Vibo, da risentire i collaboratori Mantella e Giampà

La Corte d’Assise d’Appello dispone la parziale rinnovazione del dibattimento nel processo che vede imputato Nazzareno Mantella, fratello del collaboratore. Ecco la ricostruzione del fatto di sangue

Omicidio Franzoni a Vibo, da risentire i collaboratori Mantella e Giampà
La Corte d'Appello di Catanzaro

Parzialmente accolta la richiesta di rinnovazione del dibattimento in Corte d’Assise d’Appello a Catanzaro dove si sta celebrando il processo per l’omicidio del 29enne Mario Franzoni che in primo grado ha portato alla condanna a 20 anni di reclusione (in luogo dell’ergastolo chiesto dalla pubblica accusa) nei confronti dell’imputato Nazzareno Mantella, 38 anni, di Vibo Valentia, fratello del collaboratore di giustizia Andrea Mantella. La Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Fabrizio Cosentino, in accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Antonio Porcelli e Salvatore Sorbilli, ha infatti deciso con apposita ordinanza che dovranno essere riascoltati in aula i collaboratori di giustizia Andrea Mantella e Domenico Giampà. La pubblica accusa in secondo grado per il processo nato dall’operazione della Dda di Catanzaro denominata “Outset” è rappresentata dal sostituto procuratore generale Raffaella Sforza. [Continua in basso]

Andrea Mantella

Salvatore Mantella e Nazzareno Mantella avrebbero curato la logistica dell’omicidio fornendo le armi e un motorino ai killer. Domenico e Vincenzo Giampà di Lamezia Terme sarebbero stati invece gli esecutori materiali del fatto di sangue, con il secondo che avrebbe guidato la moto con a bordo i due. Contestati anche i reati di concorso in detenzione di armi illegali e ricettazione. Gli altri imputati che rispondono con Nazzareno Mantella di concorso nel fatto di sangue hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato. 

Nazzareno Mantella è accusato di aver preso parte all’omicidio di Mario Franzoni, commesso il 21 agosto del 2002 nella frazione Portosalvo di Vibo Valentia mentre la vittima si trovava a bordo della sua Fiat Punto dopo essere rientrato in paese per un periodo di vacanza proveniente da Mariano Comense. Franco Barba e Andrea Mantella vengono indicati come i mandanti del fatto di sangue (oltre ai defunti Francesco Scrugli, ucciso nel 2012, e Carmelo Lo Bianco, alias “Piccinni”, il boss dell’omonimo clan di Vibo morto in carcere), ma la loro posizione è stata separata da quella degli altri imputati. [Continua in basso]

Le dichiarazioni di Giuseppe Giampà

Giuseppe Giampà

Il collaboratore di giustizia Giuseppe Giampà ha spiegato che l’omicidio era stato ordinato da Andrea Mantella e Francesco Scrugli per conto della cosca Lo Bianco. L’autore materiale dell’omicidio, secondo il pentito, sarebbe stato Domenico Giampà che avrebbe utilizzato una pistola calibro 9 short a nove colpi monofilare. Per portare a termine l’omicidio era stato utilizzato uno scooter guidato da Enzo Giampà, pure lui di Lamezia Terme. Ad avviso di Giuseppe Giampà, il mandato omicidiario di uccidere Mario Franzoni sarebbe pervenuto pure dal defunto boss Carmelo Lo Bianco, detto Piccinni. In cambio dell’omicidio, il gruppo criminale di Mantella e Scrugli avrebbe dovuto ammazzare Pasquale Torcasio, detto “Carrà” o “Ciccio bello”, ed anche Francesco Zagami, entrambi ritenuti esponenti del clan Torcasio di Lamezia Terme, cosca avversaria dei Giampà. Tali ultimi omicidi ai danni dei lametini dovevano essere compiuti – secondo Giuseppe Giampà – da Francesco Scrugli e Salvatore Mantella.

Andrea Mantella, a differenza degli altri collaboratori, ha indicato anche le ragioni alla base dell’omicidio da ricercare nel fatto che Mario Franzoni avrebbe picchiato e poi puntato la pistola e colpito in faccia i figli di Franco Barba, di nome Bruno ed Enzo.

La contropartita di Barba per Mantella e Scrugli

Mantella ha precisato poi che Franco Barba, a fronte dell’incarico di morte, si era impegnato a costruirgli gratuitamente due villette in località “Cervo” di Vibo Valentia, una per lui e l’altra per Francesco Scrugli, villette che effettivamente furono costruite subito dopo l’omicidio. Mantella avrebbe quindi dato incarico a Francesco Scrugli di organizzare l’omicidio, chiedendo a Pasquale Giampà, detto “Mille Lire”, di mandargli “due ragazzi dei suoi a Vibo”.

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