Violazione della sorveglianza speciale, convalidato l’arresto di Giovanni Mancuso
Il giudice ne ha disposto la scarcerazione con obbligo di firma per 4 volte a settimana. Era stato fermato dai carabinieri a Rombiolo in compagnia del cognato, pregiudicato 95enne

Il Tribunale monocratico di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Chiara Sapìa, ha convalidato l’arresto di Giovanni Mancuso e ne ha disposto, al contempo, la scarcerazione con obbligo di firma per quattro volte alla settimana. Si tratta dell’ottava violazione della sorveglianza speciale, per quanto concerne il divieto di accompagnarsi a pregiudicati, contestata al 77enne di Limbadi, mentre è la sua prima violazione in relazione allo sconfinamento in altro comune rispetto a quello di residenza dove è obbligato a dimorare. Giovanni Mancuso, difeso dagli avvocati Francesco Stilo e Francesco Schimio, era stato fermato in auto nel territorio di Rombiolo in compagnia del cognato di 95 anni, con vecchi precedenti penali, e perciò era stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tropea e posto ai domiciliari. Mancuso è stato condannato dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia a 9 anni di reclusione per il reato di usura al termine del processo nato dall’operazione denominata “Black money”. Il verdetto è stato appellato. Altri 6 anni di reclusione per associazione mafiosa li ha invece rimediati in primo grado a Vibo nel processo nato dall’operazione denominata “Genesi”. In appello è stato però assolto. Nel maggio del 2017, Mancuso è stato assolto anche dal processo nato dall’operazione antimafia denominata “Impeto”. Nei suoi confronti, l’accusa aveva chiesto 12 anni di carcere per usura ed estorsione.
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