Inchiesta sul reddito di cittadinanza, il Riesame di Vibo conferma 5 sequestri
Due invece i dissequestri in accoglimento dei rilievi delle difese. Gli indagati avrebbero omesso di comunicare di essere stati raggiunti da misure cautelari personali oppure di avere familiari conviventi coinvolti in operazioni antimafia
Il Tribunale del Riesame di Vibo Valentia ha annullato il sequestro della somma di 8.862,71 euro disposto nell’ambito di un’inchiesta della locale Procura sulle irregolarità nella fruizione del c.d. “reddito di cittadinanza”, che ha portato il gip a disporre un sequestro preventivo, per un totale complessivo di 114.262,81 euro, finalizzato a sottoporre a vincolo reale le somme di denaro che sarebbero state indebitamente percepite da 17 indagati. La somma di 8.862,71 euro è stata restituita a Antonino Capomolla (cl. ’60), di Acquaro, in accoglimento di un ricorso presentato dall’avvocato Antonio Barilaro. Altre somme di denaro sono state dissequestrate nei confronti di Gaetano Loschiavo (cl. ’88), di Pizzo, limitatamente in questo caso alle mensilità da reddito di cittadinanza percepite da giugno a novembre 2020. Gaetano Loschiavo è difeso dall’avvocato Giosuè Monardo.
Il Riesame ha invece confermato i sequestri disposti nei confronti di: Vincenzo Lacquaniti (cl. ’71), di San Gregorio d’Ippona; Cinzia De Vito (cl. ’86) di Piscopio; Francesca Burzì (cl. ’94), di Pernocari di Rombiolo; Antonino Lo Bianco (cl. ’60) di Vibo Valentia; Nicola D’Urzo (cl. ’62), di Sant’Onofrio. [Continua in basso]
Vincenzo Lacquaniti, ammesso al beneficio del reddito di cittadinanza nel febbraio 2019, è accusato di aver omesso che il proprio figlio, Saverio Lacquaniti, era stato arrestato in Rinascita Scott, percependo così indebitamente la somma di 3.445,22 euro.
Cinzia De Vito, dopo un primo periodo di legittima percezione del reddito di cittadinanza avrebbe omesso di comunicare di essere stata attinta da misura cautelare personale nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott risalente al 19 dicembre 2019. Decaduta dal beneficio nel febbraio 2020, ha ripresentato la domanda per il reddito di cittadinanza il 4 marzo dello scorso anno nonostante la permanenza della misura a suo carico percependo così indebitamente la somma di 7.053,23 euro.
Francesca Burzì, ammessa al reddito di cittadinanza nel mese di giugno 2019, avrebbe correttamente comunicato che, al momento della domanda, il proprio figlio convivente, Giuseppe Navarra, era sottoposto a misura detentiva. Successivamente avrebbe invece omesso di comunicare che altro componente del proprio nucleo familiare, Valerio Navarra (fratello di Giuseppe), era stato arrestato per Rinascita Scott, percependo così illecitamente il reddito di cittadinanza da gennaio ad agosto 2020 per la somma complessiva di 6.145,07 euro.
Antonino Lo Bianco, detto “Nino Crapina”, di Vibo Valentia, è stato ammesso al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019 ed avrebbe omesso di comunicare di essere stato attinto da misura cautelare personale nel dicembre 2019 per Rinascita Scott, percependo da gennaio a settembre 2020 la somma complessiva di 6.890,33 euro.
Nicola D’Urzo è stato ammesso al reddito di cittadinanza nell’aprile 2019 ed avrebbe omesso di comunicare che il proprio figlio, Onofrio D’Urzo, è stato raggiunto da misura cautelare nell’ambito dell’operazione Rinascita Scott, percependo così la somma di 3.963,01 euro.
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