Sequestro di persona e brutale pestaggio a Vibo: condannati i fratelli Lo Bianco
Erano accusati di aver rinchiuso in due magazzini e massacrato di botte la compagna di Luca Lo Bianco. Il processo si è svolto con rito abbreviato
Tre condanne, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato dinanzi al gup del Tribunale di Vibo Valentia Francesca Del Vecchio, per un sequestro di persona con relativo pestaggio ai danni di Vanessa Currà, la 43enne di Pernocari (frazione del comune di Rombiolo) rimasta per quasi 17 ore incatenata e imbavagliata in due magazzini. Alla pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione è stato condannato Luca Lo Bianco, 51 anni, mentre 2 anni e 10 mesi è la condanna per Antonio Lo Bianco. Salvatore Lo Bianco è stato invece condannato ad un anno e 4 mesi, con pena sospesa e non menzione. I tre fratelli, tutti di Vibo Valentia, sono stati altresì condannati al pagamento delle spese processuali. Tutti gli imputati – che hanno beneficiato dello sconto di pena pari ad un terzo per via della scelta del rito abbreviato – erano difesi dall’avvocato Michelangelo Miceli, unitamente all’avvocato Leopoldo Marchese per la posizione di Luca Lo Bianco. [Continua in basso]
Nei confronti di Antonio e Salvatore Lo Bianco (a differenza del fratello Luca) oltre ai reati di sequestro di persona e lesioni aggravate veniva ipotizzata anche l’accusa di detenzione illegale di una pistola. Vanessa Currà, compagna di Luca Lo Bianco, ad avviso degli inquirenti, sarebbe stata legata, immobilizzata, imbavagliata e caricata su un furgone dai tre fratelli Lo Bianco e quindi condotta in un loro magazzino di Ionadi.
Qui sarebbe stata brutalmente pestata, legata ad un macchinario per la tosatura delle nocciole, aggredita con calci, pugni e bastonate e poi minacciata di morte con una pistola. Sarebbe stata quindi ricaricata sul furgone e trasferita in un altro magazzino a Briatico e qui legata ad una scaffalatura in metallo per essere di nuovo massacrata di botte e lasciata legata sino al giorno successivo, domenica 23 settembre 2018. In totale sarebbe stata sequestrata e poi incatenata per ben 17 ore. Solo la denuncia ai carabinieri da parte del figlio maggiore della donna (avuto da un’altra relazione) ha portato al ritrovamento di Vanessa Currà. Il reato di lesioni aggravate veniva contestato per via delle gravi ferite riportate dalla compagna di Luca Lo Bianco: ecchimosi agli occhi, alla spalla, al braccio ed ai gomiti, oltre a profonde lesioni su quasi tutto il corpo giudicate guaribili in 15 giorni. [Continua in basso]
I dissapori fra Luca Lo Bianco e la donna sarebbero nati in particolare dalla contrarietà della famiglia Lo Bianco a far vivere in casa loro i due figli che la donna ha avuto da altre relazioni.
I tre fratelli Lo Bianco sono figli di Michele Lo Bianco (cl. ’48), alias “U Ciucciu”, attualmente sotto processo per Rinascita Scott in quanto ritenuto elemento di spicco dell’omonimo clan di Vibo ed in particolare dell’articolazione che faceva capo al boss Carmelo Lo Bianco, alias “Sicarro” (deceduto), fratello di Michele Lo Bianco. Quest’ultimo è anche indagato a piede libero per l’omicidio del geologo Filippo Piccione.
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