Armi e droga: arresti convalidati per l’intera famiglia Taccone di Caroniti
Il gip di Vibo conferma il carcere. Sono tutti stretti congiunti del consigliere comunale di Joppolo che aveva chiesto su facebook un “minuto di silenzio” per la morte di Totò Riina
Restano tutti in carcere i componenti della famiglia Taccone di Caroniti tratti in arresto sabato dai carabinieri della Stazione di Joppolo con l’accusa di concorso in detenzione illegale di armi e munizioni, nonché detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha infatti convalidato gli arresti nei confronti di: Antonio Taccone, 59 anni, Domenica Calabrese, 54 anni (marito e moglie) e dei figli Salvatore Taccone, 31 anni, e Francesco Taccone, 21 anni. Durante un controllo, i militari dell’Arma, all’interno di un capanno nella loro disponibilità e in un bidone interrato sotto un balcone della propria casa, hanno trovato 17 involucri sigillati di marijuana del peso di dieci grammi ciascuno, altri due involucri da 25 grammi a testa, due pistole semiautomatiche con matricola abrasa calibro 7.65 con 36 colpi, una pistola revolver calibro 22 con 50 colpi. Riflessi indiretti della vicenda. La famiglia Taccone, dunque, al centro delle cronache. Antonio Taccone e Domenica Calabrese sono infatti gli zii di Mimmo Taccone, consigliere comunale di Joppolo, mentre Salvatore e Francesco Taccone sono i cugini del consigliere protagonista a novembre su facebook della richiesta di un “minuto di silenzio” per la morte del boss della mafia Totò Riina. Una vicenda che ha travalicato gli stretti confini delle cronache provinciali (il Codacons aveva chiesto l’intervento dell’Antimafia, LEGGI QUI: “Un minuto di silenzio per zio Totò”, il Codacons invoca l’intervento dell’Antimafia) e che è costata al consigliere comunale l’espulsione dal gruppo di maggioranza al Comune di Joppolo. Vicende distinte, certo, anche perchè la responsabilità penale (con riferimento ai Taccone arrestati) è sempre personale. Vicende che, tuttavia, potrebbero comunque finire sotto la lente d’ingrandimento della Prefettura di Vibo Valentia, così come la condivisione sul proprio profilo facebook di un video che inneggia ai latitanti postato dal consigliere comunale, Antonio Loiacono, e poi cancellato dopo un articolo de Il Vibonese.it (LEGGI QUI: Joppolo fra consiglieri al Tar contro il Comune e canzoni che inneggiano ai latitanti) e la vicenda del sindaco di Joppolo Carmelo Mazza che, dinanzi ad una raffica di intimidazioni ai danni della famiglia Cocciolo-Panzitta, nel gennaio scorso si era offerto – ben prima che il presunto autore venisse individuato ed arrestato dai carabinieri – quale “paciere” fra l’attentatore e le vittime al fine di “tutelare la quiete pubblica” turbata da bombe e danneggiamenti (LEGGI QUI: Escalation criminale a Caroniti: il sindaco si propone quale “paciere” e scoppia la polemica).
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