Rinascita Scott: Mantella, l’omicidio di Iannazzo e l’amicizia con Grande Aracri
Il collaboratore svela mandanti ed esecutori della soppressione del boss di Sambiase e racconta la comune detenzione insieme al boss di Cutro. I Mancuso dominavano anche su Catanzaro città
Andrea Mantella avrebbe conosciuto anche il boss di Cutro Nicolino Grande Aracri durante un comune periodo di detenzione. La circostanza è emersa nel corso dell’esame del collaboratore di giustizia nel maxiprocesso Rinascita Scott. Nicolino Grande Aracri, uno dei più influenti boss dell’intera ‘ndrangheta, da qualche settimana è passato anche lui fra le fila dei collaboratori di giustizia.
“Ho conosciuto nel carcere di Siano-Catanzaro Nicolino Grande Aracri e nel cortile passeggiavamo insieme. Io mi trovavo nella stessa cella con Ernesto Grande Aracri, fratello di Nicolino, e ricordo che Nicolino Grande Aracri nella sua cella cucinava e mandava anche a noi detenuti in altri piani e celle il pranzo. Avevo un buon rapporto con Nicolino Grande Aracri e ricordo che voleva darmi dei gradi mafiosi in carcere ma io non ho voluto – ha dichiarato Mantella – perché a me non interessavano queste cose”. [Continua in basso]
L’omicidio di Ciccio Iannazzo a Sambiase
Andrea Mantella ha quindi svelato i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Ciccio Iannazzo (erroneamente indicato nei manoscritti come “Santo Iannazzo”), ritenuto il boss di Sambiase. “Era il figlio di Pietro Iannazzo, quest’ultimo presidente del Sambiase Calcio. I killer per uccidere Ciccio Iannazzo – ha spiegato il collaboratore – sono arrivati da San Luca ed appartenevano al clan dei Giorgi. I mandanti dell’omicidio, nei primi anni ’90, sono stati Francesco Giampà di Lamezia e Luigi Mancuso di Limbadi. Mi ha raccontato tutto ciò Giovanni Torcasio, che era all’epoca un azionista, un sanguinario ed uno sottocapo del clan, uno che contava. C’era all’epoca uno scambio di killer fra i lametini e persone di San Luca. Sull’omicidio di Ciccio Iannazzo c’era anche un interesse degli Anello di Filadelfia. In particolare – ha aggiunto Mantella – Rocco Anello pur avendo sparato in passato per conto dei Iannazzo voleva anche lui la morte di Iannazzo. Giovanni Torcasio mi parlò anche di un attentato che era stato fatto a Lamezia contro il gioielliere Caputo. Ricordo che in favore di questo gioielliere era intervenuto Luigi Mancuso, ma Giovanni Torcasio aveva riferito a Mancuso che Caputo su Lamezia doveva pagare, altrimenti poteva tornarsene a Nicotera”. Da precisare che in Rinascita Scott non vengono mosse accuse in relazione all’omicidio di Ciccio Iannazzo.
Infine, Andrea Mantella ha riferito che i Mancuso negli anni ’90 esercitavano una forte influenza anche sulla città di Catanzaro, ritirandosi poi per l’affermazione su tale città degli Arena di Isola Capo Rizzuto e del boss Nicolino Grande Aracri di Cutro.
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