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L’ex sindaco Elio Costa smentisce Mantella: «Non sono massone e ho sempre combattuto i Lo Bianco»

L’ex magistrato e già primo cittadino di Vibo Valentia interviene sulle dichiarazioni rilasciate dal collaboratore di giustizia nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott

L’ex sindaco Elio Costa smentisce Mantella: «Non sono massone e ho sempre combattuto i Lo Bianco»
Il sindaco Elio Costa
Elio Costa

Negli articoli pubblicati in data 3 maggio, 4 maggio, 6 maggio e 11 maggio, su il Vibonese.it, a firma del giornalista Giuseppe Baglivo, sono riportati stralci delle dichiarazioni rese in udienza dal collaboratore di giustizia Andrea Mantella, che ledono gravemente la mia persona.
Mi riferisco, in particolare, alle informazioni fornite dal collaboratore ed in parte, a suo dire, ricevute da tali Micuccio Macrì (articolo del 3 maggio), Carmelo Lo Bianco (articolo del 4 maggio) ed Enzo  Barba (articolo del 6 maggio ) secondo le quali avrei fatto parte di una loggia massonica coperta e sarei stato eletto sindaco, nel primo mandato, su disposizione dei Mancuso, grazie all’appoggio del clan Lo Bianco e di Enzo Barba.
Indipendentemente dalla effettiva riconducibilità di quelle informazioni alle persone indicate dal collaboratore, ma dato comunque per scontato che siano state  realmente fornite, esse,  in ogni caso, si risolvono in una serie di affermazioni false ed in netto contrasto con quando accertato dal Consiglio Superiore della Magistratura e dall’Autorità Giudiziaria con decisioni passate in giudicato.
Trattandosi, quindi, di informazioni non rispondenti al vero e gravemente lesive della mia onorabilità, Le chiedo formalmente di pubblicare, a tutela del mio onore e della mia dignità, la mia  smentita di tutte le affermazioni sopra indicate, intendendo ribadire, per come già evidenziato dalle competenti autorità giudiziarie, che non ho mai fatto parte della massoneria, né tanto meno di quella “coperta” e/o “deviata”, che non ho mai avuto rapporti con i componenti della famiglia Mancuso, con Enzo Barba, Carmelo Lo Bianco e Micuccio Macri.
Conseguentemente resta escluso che la mia elezione a sindaco possa  ricondursi all’appoggio delle predette persone – alcune delle quali, per altro, da me più volte penalmente perseguite all’epoca in cui svolgevo le funzioni di  sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Vibo Valentia -, diversamente il mio mandato non sarebbe stato di così breve durata e non mi sarei trovato in conflitto con alcuni personaggi politici e diversi consiglieri comunali, qualcuno dei quali ricompreso nell’elenco fornito dal Mantella.

Intendo altresì precisare che anche la mia azione politica/amministrativa è stata diretta a perseguire il clan Lo Bianco affiancando e sostenendo vittime delle estorsioni e dell’usura, imprenditori ed artigiani e costituendo sin dal 2004 l’Associazione Antiracket ed Antiusura della Provincia di Vibo Valentia”.

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