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“Imponimento”: l’ex assessore regionale Stillitani interrogato dal gup

Udienza preliminare in corso dopo la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 147 indagati. L’esponente politico ed imprenditore di Pizzo si trova ai domiciliari insieme al fratello

“Imponimento”: l’ex assessore regionale Stillitani interrogato dal gup
Il Garden e l'imprenditore Stillitani
Francescantonio Stillitani

E’ durato diverse ore l’interrogatorio dell’ex assessore regionale – ed ex sindaco di Pizzo – Francescantonio Stillitani, 67 anni, comparso dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro, Francesco Rinaldi, nel corso dell’udienza preliminare. Stillitani ha cercato di fornire le sue spiegazioni in ordine alle contestazioni ed ha respinto le accuse ripercorrendo la propria carriera di politico ed imprenditore creatore di villaggi turistici, adducendo argomentazioni – per respingere i contestati rapporti con il clan Anello di Filadelfia – il cui contenuto è naturalmente coperto da segreto essendo le udienze preliminari chiuse al pubblico ed alla stampa. Stillitani ha risposto alle domande delle difese, gli avvocati Enzo Gennaro e Vincenzo Comi, dei pm Antonio De Bernardo e Chiara Bonfadini e del gup. È stato lo stesso indagato a chiedere di essere sentito.
Concorso esterno in associazione mafiosa è l’accusa principale che viene mossa dalla Procura distrettuale ai fratelli Stillitani (insieme a Francescantonio il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per il fratello Emanuele), accusati anche di estorsione aggravata dal metodo mafioso, violenza privata e danneggiamento aggravato dal metodo mafioso. [Continua in basso]

In particolare, i fratelli Stillitani – nelle vesti di imprenditori turistici – ed il solo Francescantonio Stillitani nelle vesti di politico che avrebbe goduto del sostegno elettorale dei clan Anello di Filadelfia e Fruci di Acconia di Curinga, si sarebbero posti quali referenti per il sodalizio criminale. Dopo una prima fase in cui i due imprenditori sono rimasti vittime di richieste estorsive, avrebbero trovato un accordo che prevedeva l’ingerenza del clan Anello-Fruci nelle strutture turistiche, mediando gli Stillitani anche con altri imprenditori vittime di richieste estorsive. Avrebbero così concorso nelle condotte estorsive poste in essere dal clan Anello-Fruci, favorendo l’affidamento di opere, forniture e servizi ad imprese contigue alla cosca, garantendo l’assunzione di sodali o di soggetti comunque indicati dall’organizzazione e riconoscendo all’organizzazione un contributo in denaro in ragione delle attività imprenditoriali oggetto di tutela mafiosa e dei servigi resi dal sodalizio.

Gli Stillitani avrebbero così avuto la possibilità di rivolgersi al clan anche per il compimento di atti di concorrenza illecita o di natura estorsiva nello svolgimento della loro attività imprenditoriale, ovvero di atti intimidatori nei confronti di soggetti non graditi, ottenendo pure appoggio in favore di Francescantonio Stillitani in occasione delle competizioni elettorali che lo vedevano candidato (in particolare, elezioni regionali calabresi del 2005), attraverso plurimi accordi politico-mafiosi maturati e conclusi nel contesto delle cointeressenze economiche legate alla gestione delle strutture turistiche di proprietà degli Stillitani e dei reciproci vantaggi dalle stesse derivanti.

Di recente la Cassazione ha confermato per i fratelli Stillitani l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

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