‘Ndrangheta: omicidio nel 2011 del boss Fortunato Patania, tre ergastoli (VIDEO)
Condannati i Piscopisani, assolto Salvatore Tripodi, scarcerato Michele Russo. Il delitto ha innescato una guerra di mafia sull’asse Stefanaconi-Vibo-Piscopio
Tre ergastoli per l’omicidio del boss di Stefanaconi Fortunato Patania, ucciso il 18 settembre del 2011nella Vallata del Mesima, all’interno della sua Stazione di carburanti con annesso ristorante (la “Valle dei Sapori”). Queste le condanne: ergastolo per Rosario Battaglia, 34 anni di Piscopio; ergastolo per Rosario Fiorillo, 29 anni di Piscopio; ergastolo per Francesco La Bella, 45 anni di Piscopio; assolto Salvatore Tripodi, 47 anni di Portosalvo (il pm aveva chiesto l’ergastolo); 3 anni per favoreggiamento, con la caduta dell’aggravante aggravante mafiosa, per Michele Pietro Russo, 29 anni, di Piscopio (l’accusa aveva chiesto per lui 21 anni e mesi 4 di reclusione per concorso in omicidio). Per tutti gli imputati la pesante accusa di concorso in omicidio con l’aggravante della premeditazione e le finalità mafiose.
Alla già solida impalcatura accusatoria messa in piedi dalla Dda di Catanzaro con il supporto della Squadra Mobile si sono aggiunte anche le dichiarazioni di Raffaele Moscato di Vibo Marina, killer dei Piscopisani che ha confessato di aver materialmente eseguito l’omicidio insieme a La Bella. Il collaboratore di giustizia – che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato – ha descritto nei dettagli l’omicidio di Fortunato Patania, ucciso in risposta al delitto avvenuto 48 ore prima ai danni dell’agricoltore di Piscopio Mario Michele Fiorillo, parente di Rosario Fiorillo e Rosario Battaglia. Ad organizzare l’agguato, secondo l’impalcatura accusatoria, sarebbero stati Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo e Salvatore Tripodi (ma quest’ultimo è stato assolto), mentre Rosario Fiorillo e Michele Russo erano accusati di aver prelevato i killer una volta ultimata l’azione di fuoco. L’omicidio di Fortunato Patania ha innescato la guerra di mafia fra il clan Patania ed i Piscopisani terminata solo grazie agli arresti ordinati dalla Dda di Catanzaro nell’ottobre del 2012. Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo e Francesco La Bella sono stati anche interdetti in perpetuo dai pubblici uffici ed in stato di interdizione legale. La Corte d’Assise di Catanzaro ha altresì ordinato la pubblicazione della sentenza di condanna mediante affissione all’albo dei Comuni di Catanzaro e Vibo Valentia, oltre che sul sito internet del Ministero della Giustizia. Disposta la trasmissione degli atti al pm della Dda, Camillo Falvo, per la valutazione dell’eventuale reato di falsa testimonianza a carico di Giuseppe D’Angelo. Nel collegio di difesa, gli avvocati: Francesco Muzzopappa, Giuseppe Di Renzo (per Russo), Salvatore Staiano, Anselmo Torchia, Domenico Anania, Vincenzo Trungadi (per Russo) e Gregorio Viscomi.
Al termine della sentenza, gli avvocati Di Renzo e Trungadi hanno espresso soddisfazione per la sentenza emessa nei confronti del proprio assistito Michele Russo che è stato scarcerato non avendo retto l’accusa di concorso in omicidio e l’aggravante delle finalità mafiose nel reato di favoreggiamento, il solo per il quale è stato ritenuto responsabile. Scarcerazione anche per Salvatore Tripodi, che è stato assolto.
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