Tropea, turbata libertà degli incanti e falso: assolti tutti gli imputati
Al centro del processo, la realizzazione di un’aiuola prospicente lo scoglio di Santa Maria dell’Isola. Nella vicenda rimasero coinvolti anche amministratori comunali
Il Tribunale di Vibo Valentia ha assolto tutti gli imputati portati a processo per turbata libertà degli incanti e falso, relativamente alla realizzazione di un’aiuola prospicente lo scoglio di Santa Maria dell’Isola. La vicenda, risalente all’estate del 2014, ha visto coinvolti il vice sindaco di Tropea, Domenico Tropeano (difeso dall’avvocato Sandro D’Agostino) e il consigliere comunale Caterina Strano (difesa dall’avvocato Pasquale Pisani), i quali – secondo l’accusa – avrebbero condizionato l’architetto Francesco Grande (difeso dai legali Michele Accorinti e Damiano Vita), affinché rendesse falsa la gara indetta per l’aggiudicazione dei lavori che avrebbero favorito Roberto Amoroso (difeso dall’avvocato Francesco Muzzopappa), già individuato come aggiudicatario dei lavori (con il concorso di Rizzuti Raffaela difesa dall’avvocato Francesco Muzzupappa e Turiano Maria difesa dall’avvocato Antonello Fuscà).
Nel dibattimento sono sfilati diversi testi di polizia giudiziaria. Le difese hanno puntato sul fatto che non fosse necessaria alcuna gara atteso l’importo minimo e conveniente per il Comune, utilizzato per la realizzazione dell’opera pubblica che veniva concretizzata in occasione della riapertura del Santuario che rappresenta il simbolo della paese.