Rinascita Scott: i Mancuso, l’affare con il petrolio e gli ambasciatori dal Congo
Il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso ha svelato gli interessi del padre nel settore degli idrocarburi ed i pranzi a Nicotera con funzionari africani
Sarebbe riuscito ad intrecciare rapporti persino con politici e ambasciatori dell’Africa centrale il clan Mancuso. La rilevante novità è emersa oggi nel corso del completamento dell’esame del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso da parte del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, nel corso del maxiprocesso Rinascita-Scott. Al centro dell’affare fra i Mancuso e un ambasciatore del Congo ci sarebbe stato il petrolio, l’oro nero a cui si sarebbe interessato in prima persona Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, padre di Emanuele. Dopo la fuga in Argentina, la cattura al confine con il Brasile nel 2014 ed il ritorno in libertà da parte del Riesame, Pantaleone Mancuso (“l’Ingegnere”) avrebbe quindi fatto rientro nella sua abitazione di Nicotera dove – secondo il racconto del collaboratore – sarebbe riuscito ad ospitare un ambasciatore del Congo ed altro alto funzionario di quel Paese. Due i pranzi a casa di Pantaleone Mancuso con tali ospiti per pianificare l’ingresso del boss nell’affare del petrolio. Pranzi ai quali sarebbe stato presente pure Emanuele Mancuso insieme alla madre. L’ambasciatore avrebbe fornito a Mancuso anche diversi passaporti diplomatici.
All’installazione di pompe di benzina, oltre a Pantaleone Mancuso, si sarebbero poi interessati, ad avviso di Emanuele Mancuso, personaggi come “Alfonso Cuturello, Pantaleone Rizzo, Nino Gallone, alias “Il Conte”, figlio di Giuseppe, Antonio Solano, i Bagnato e Francesco Mancuso detto Tabacco”.
LEGGI ANCHE: Rinascita Scott: il maxiprocesso alla ‘ndrangheta da venerdì in onda su LaC Tv – Video
Emanuele Mancuso e lo zio Francesco «uscito dal carcere più ‘ndranghetista di prima»
Il controesame di Emanuele Mancuso e i segreti del clan, un “guaio” per la famiglia
- Tags
- rinascita scott