Inchiesta su reddito di cittadinanza, dissequestro per 37enne di Dasà
Il Riesame accoglie il ricorso del difensore poiché spettava al Tribunale in sede di convalida comunicare all’Inps la sospensione del beneficio
Il Tribunale del Riesame di Vibo Valentia ha annullato il sequestro della somma di 3.559,50 euro disposto ad inizio mese nell’ambito di un’inchiesta della locale Procura sulle irregolarità nella fruizione del c.d. “reddito di cittadinanza”, che ha portato il gip a disporre un sequestro preventivo, per un totale complessivo di 80.672,53 euro, finalizzato a sottoporre a vincolo reale le somme di denaro che sarebbero state indebitamente percepite da 23 indagati. La somma di 3.559,50 euro è stata restituita a Pasquale Demarzo, 37 anni, di Dasà, residente a Leccio di Reggello in provincia di Firenze, in accoglimento di un ricorso presentato dall’avvocato Antonio Barilaro. Secondo l’accusa, all’atto della presentazione della domanda all’Inps, o durante l’erogazione del beneficio stesso, Demarzo avrebbe omesso di comunicare di essere sottoposto a misura cautelare personale, cioè all’obbligo di dimora. Al momento dell’udienza di convalida della misura cautelare nel luglio 2019 è però emerso che Pasquale Demarzo aveva comunicato al Tribunale di essere percettore, sin dal mese di aprile,del reddito di cittadinanza. Spettava quindi al Tribunale – per come prevede la normativa e per come sostenuto dinanzi al Riesame dall’avvocato Barilaro – comunicare all’Inps la sospensione del beneficio a seguito della misura cautelare. Da qui il dissequestro della somma di 3.559,50 euro sequestrata ad inizio mese a Pasquale Demarzo.
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