Corruzione e Accademia Fidia, ecco i ruoli nell’associazione a delinquere
Numerosi i capi di imputazione mossi dalla Procura di Vibo Valentia. L’Accademia di Stefanaconi al centro di un sistema criminale con indagati anche un ispettore del Miur, un legale e un sindacalista
Sono diverse le ipotesi di reato formulate dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta “Diacono” della Procura di Vibo e dei carabinieri che ruota attorno all’Accademia Fidia di Stefanaconi.
Il reato di associazione a delinquere viene contestato a: Michele Licata, Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli e Christian Piscitelli con il ruolo di promotori e organizzatori dell’associazione. Quindi anche a: Patrizia Fazzari, Rosa Cilea, Antonio Oggiano, Domenico Califano e Rossella Marzano con il ruolo di partecipi. Si sarebbero tutti associati fra loro approntando una stabile struttura organizzativa – che involgeva la creazione di società e associazioni, fra cui l’Accademia Fidia di Stefanaconi, la S.s.m.i. “Don Calarco” di Catona – volta alla realizzazione di un programma criminoso indeterminato, anche avvalendosi di legami massonici, con divisione dei compiti e impiego di mezzi in comune, avvalendosi anche del fattivo coinvolgimento di altri soggetti, allo scopo di commettere più reati contro la pubblica amministrazione – e in particolare reati di corruzione, abuso d’ufficio, falso ideologico in atti pubblici, induzione indebita a dare o promettere utilità contro l’amministrazione della giustizia in atti destinati all’autorità giudiziaria – con la compravendita di migliaia di master, 24 Cfu per l’insegnamento ed abilitazioni Lim, Tablet, Pekit, Bes, Dsa e Coding A.A, senza la preventiva frequenza dei corsi, oltre che di autoriciclaggio, con la consapevolezza e volontà di ciascun associato di far parte del sodalizio criminoso e di essere disponibile ad operare per l’attuazione pratica del disegno criminale. [Continua in basso]
I RUOLI DEGLI ASSOCIATI
Capi e promotori dell’associazione vengono indicati dall’accusa in Michele Licata e Davide Licata, padre e figlio, entrambi di Stefanaconi. Michele Licata, inoltre, nella qualità di preside dell’Accademia Fidia, avrebbe avuto pure il compito di sottoscrivere le false attestazioni di frequentazione di corsi e master. Organizzatore dell’associazione anche Dimitri Licata, che avrebbe avuto il compito di coordinare gli altri sodali per poi divenire il promotore del sodalizio dopo l’arresto del fratello Davide Licata nel luglio scorso a seguito del rinvenimento di un vero e proprio arsenale di armi nella sua abitazione.
Organizzatori dell’associazione anche Jgor Licata (altro fratello di Davide), Michela Licata (che avrebbe gestito i proventi illeciti e approntato la falsa documentazione funzionale alla loro conservazione) e Carmine Caratozzolo, di San Ferdinando, quest’ultimo divenuto pure lui fra i promotori – secondo l’accusa – dopo l’arresto di Davide Licata.
A fornire una copertura istituzionale al sodalizio ci avrebbe invece pensato – ad avviso degli inquirenti – Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli, che avrebbe stipulato accordi con terzi soggetti percependone gli utili illeciti, sfruttando principalmente la propria posizione di ispettore del Miur – Provveditorato agli Studi per la Calabria – nonchè l’incarico di Provveditore agli studi per la provincia di Catanzaro e commissario per il Provveditorato agli Studi di Vibo e Cosenza. A fare da prestanome al padre al fine di consentire a Maurizio Piscitelli di conseguire i profitti illeciti dell’attività criminosa, ci avrebbe invece pensato Christian Piscitelli, di 24 anni.
Rossella Marzano (moglie di Davide Licata) avrebbe invece avuto il compito – secondo l’accusa – di individuare i clienti, acquisire gli utili ed utilizzare la rete relazionale dell’associazione anche per ottenere misure alternative alla detenzione dopo l’arresto nel luglio scorso. [Continua in basso]
Partecipi all’associazione, ad avviso della Procura, anche Pietro Amato, Domenico Califano, “con compiti di produzione di attestazioni Pekit nonché di esercizio delle sue funzioni di sindacalista a disposizione degli organizzatori del sodalizio” e Rosa Cilea “con compiti di individuazione dei clienti nonché di esercizio delle sue funzioni di legale adisposizione degli organizzatori del sodalizio”.
Antonio Oggiano, invece, avrebbe avuto il compito di acquisire informazioni a livello centrale ministeriale, prodromiche alla prosecuzione delle attività illecite del sodalizio in vista della possibile revoca dell’autorizzazione a svolgere l’attività nel sistema delle A.f.a.m. dell’Accademia Fidia di Stefanaconi.
Infine, Patrizia Fazzari è accusata di aver partecipato al sodalizio con il compito di acquisire informazioni interne al Tribunale di Vibo prodromiche all’attenuazione della misura cautelare degli altri sodali, anche al fine di consentire la prosecuzione dell’attività delittuosa dopo l’arresto dei coniugi Licata-Marzano.
LA PROMESSA DELL’ASSUNZIONE DELLA MOGLIE DI PISCITELLI
Il reato di frode processuale viene contestato quindi a Maurizio Piscitelli che, in qualità di ispettore del Miur, avrebbe posto in essere un atto di ispezione falso diretto all’autorità giudiziaria in un procedimento giudiziario pendente dinanzi al Consiglio di Stato e volto alla revoca dell’autorizzazione ministeriale con riferimento al sistema della A.f.a.m. dell’Accademia Belle Arti di Stefanaconi “Fidia”, attestante l’adeguatezza dell’istituto alla normativa vigente, nonostante vi fossero già molteplici ispezioni dell’Anvur, attestanti le criticità dell’Accademia. Tale condotta sarebbe stata posta in essere da Maurizio Piscitelli dietro la promessa di utilità da parte di Davide Licata, Jgor Licata e Dimitri Licata, “consistente nell’assunzione retrodatata (a partire dal 2016) di Luisa Chiappetta, moglie di Piscitelli, nella medesima Accademia Fidia, in modo da consentire alla stessa di acquisire punteggi per la partecipazione a concorsi pubblici”. Luisa Chiappetta non risulta indagata. L’accusa di concorso in corruzione per tale assunzione retrodatata della Chiappetta viene invece mossa a Maurizio Piscitelli, Michele Licata e Davide Licata.
Altra ipotesi di corruzione viene poi mossa, in concorso, a Maurizio Piscitelli, Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Christian Piscitelli, Carmine Caratozzolo, Michela Licata e Michele Licata poiché avrebbero stipulato un accordo occulto fra l’Accademia Fidia di Stefanaconi, la S.s.m.l. “Don Calarco” di Catona e l’associazione amministrata da Christian Piscitelli – che sarebbe riconducibile al padre Maurizio Piscitelli (incompatibile con l’associazione ed in evidente conflitto di interessi) – in virtù del quale gli istituti avrebbero attribuito il 20% di ogni titolo falsamente emesso a favore dell’associazione, ottenendo in cambio da Maurizio Piscitelli la disponibilità a compiere atti contrati ai propri doveri d’ufficio anche in relazione alle ispezioni del Miur.
L’elenco delle contestazioni è ancora lungo. 1/CONTINUA
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