‘Ndrangheta: processo “Ragno” al clan Soriano, Procura generale chiede a giudice di astenersi
La pubblica accusa si accorge che uno dei togati ha già emesso sentenza quale componente del Tribunale dei minori nei confronti di un indagato della medesima operazione
La Procura generale di Catanzaro ha chiesto al presidente della Corte d’Appello di astenersi dall’emettere la sentenza nei confronti del clan Soriano di Filandari nel processo “Ragno” in quanto ha già emesso in precedenza altra sentenza, quale giudice del Tribunale dei minori, nei confronti di Antonio Carà, anche lui imputato nella medesima operazione antimafia condotta sul “campo” dai carabinieri della Stazione di Vibo Valentia. La Corte d’Appello di Catanzaro si è riservata la decisione sulla richiesta della Procura generale. Da ricordare che la Procura generale ha già formulato le richieste di pena per gli imputati che sono le seguenti: 16 anni e 3 mesi di reclusione per Leone Soriano, 55 anni; 16 anni ed un mese per Gaetano Soriano (fratello di Leone); 13 anni e 6 mesi di carcere per Carmelo Soriano (figlio di Gaetano); 14 anni per Giuseppe Soriano (figlio dello scomparso Roberto Soriano); 3 anni e 4 mesi per Graziella Silipigni (madre di Giuseppe Soriano); 9 anni ed 8 mesi per Giuseppe Parrotta.
L’inchiesta “Ragno” ha permesso di ricostruire (coordinata dall’allora pm della Dda di Catanzaro, Giampaolo Boninsegna, e condotta sul campo dai carabinieri della Stazione di Vibo guidati dall’allora comandante Nazzareno Lopreiato) gli affari e gli assetti della “famiglia” Soriano di Pizzinni di Filandari. Il 28 maggio 2014 si era però registrata una raffica di assoluzioni per tutti gli imputati ad opera del Tribunale di Vibo Valentia, presieduto all’epoca dal giudice Fabio Regolo, ora pm alla Procura di Catania. La Corte d’Appello il 28 maggio 2015 aveva totalmente ribaltato il verdetto di primo grado stabilendo dure condanne. Il 20 aprile 2016, infine, la Cassazione aveva annullato con rinvio le condanne ordinando un nuovo processo d’appello per tutti gli imputati giunto ora alle nuove richieste di pena.
Nel collegio di difesa gli avvocati: Diego Brancia, Daniela Garisto, Giovanni Vecchio, Salvatore Staiano, Giuseppe Lopresti.
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