giovedì,Novembre 21 2024

Grazie ai nostri angeli: medici e infermieri in trincea contro il coronavirus

Il messaggio di un professionista vibonese: «Lavorano giorno e notte con turni massacranti e hanno sul viso e sulle mani i segni della battaglia. A loro dico: coraggio, ce la faremo»

Grazie ai nostri angeli: medici e infermieri in trincea contro il coronavirus
Un'infermiera stremata a fine turno. Una delle immagini simbolo della lotta al coronavirus

di Pasqualino Pannace*

Mai avrei pensato di scrivere una lettera che non fosse una messa in mora o qualcosa che non sia un’istanza difensiva, un atto, un parere legale. Dal 21 febbraio scorso la nostra Nazione combatte la tremenda pandemia del covid-19 ed in questo particolare ed inaspettato momento di guerra contro questo nemico subdolo ed invisibile anche il nostro personale sanitario vibonese, con tutta la sua umanità e professionalità, combatte in prima linea il coronavirus, guardandolo in faccia senza indietreggiare. [Continua]

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I nostri medici, infermieri ed Oss hanno sul viso e sulle mani i segni della battaglia che, involontariamente, sono costretti a portare anche a casa dove cercano invano di nasconderli ai propri cari; ed è proprio qui, che la loro grandezza d’animo è ben visibile agli occhi di chi li ama; manca il contatto, l’abbraccio, la carezza e il sorriso si accenna appena, si pranza e si cena in orari diversi, si convive in stanze separate… a volte regna il silenzio… un silenzio interrotto dal tic-tac dell’orologio, un silenzio che trasuda forza indomita, amore innato, altruismo e solidarietà, senso del dovere.

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Questo è il medico vibonese, questo è l’infermiere vibonese. Questi sono i nostri angeli. A loro va non un semplice grazie ma il rispetto, quel rispetto che merita l’arte, la missione e la professionalità medica. Essere medico od infermiere oggi vuol dire lavorare giorno e notte, avere turni massacranti, straordinari mal pagati, sonno irregolare; significa essere svegliati nel cuore della notte per un’emergenza. Essere medico od infermiere non significa essere onniscienti, e nemmeno pensare di poter avere il pieno controllo sulla vita e sulla morte, sulla malattia o sulla guarigione, ma significa che ogni vittoria ed ogni sconfitta rende il sanitario migliore, perché, che tu lo voglia o no, lo ricorderai per sempre.

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Il mio più cordiale saluto ad ogni medico, infermiere ed operatore socio sanitario del presidio ospedaliero “Jazzolino” di Vibo Valentia, un abbraccio a mia sorella Michela, medico in servizio qualificato di assistenza domiciliare malati oncologici Roma, e a mia moglie Valentina, infermiera professionale in servizio presso l’unità operativa Covid-19 di Vibo Valentia a cui mi sento di dire che prima o poi – come diceva il grande Edoardo De Filippo – “A da passà a nuttata”. Forza Italia, ce la faremo, andrà tutto bene.

*avvocato

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