domenica,Novembre 24 2024

Libera Vibo: «Anche da casa ricorderemo le vittime di mafia»

La riflessione del coordinamento provinciale alla vigilia della manifestazione che si sarebbe dovuta tenere a Palermo: «Grazie a tutti: dai medici agli operai che mandano avanti il Paese»

Libera Vibo: «Anche da casa ricorderemo le vittime di mafia»

di Coordinamento Libera Vibo Valentia

Quest’anno, purtroppo, a causa del terribile virus che ha colpito il nostro bellissimo Paese, la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le Vittime Innocenti delle mafie” non sarà celebrata come di consueto. La manifestazione, giunta alla 25esima edizione, si sarebbe dovuta tenere a Palermo il 21 marzo.

Ancora sono indelebili nei nostri cuori le emozioni che hanno animato la giornata regionale del “21 marzo” 2018 tenutasi proprio a Vibo Valentia e che ha registrato una partecipazione inimmaginabile, di oltre 12 mila persone. Giovani e meno giovani, studenti e famiglie, insieme, in un turbine di sorrisi e colori a gridare forte che Vibo Valentia e la Calabria tutta mantengono vivo il ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie e hanno forza e voglia di affrancarsi dal potere criminale che soffoca le nostre speranze di futuro.

A causa dell’interruzione forzata delle lezioni non abbiamo potuto incontrare quanti studenti avremmo voluto, ci mancano i loro sorrisi e le loro domande, ci mancano gli occhi attenti mentre ascoltavano le testimonianze dei familiari delle vittime innocenti, le lacrime trattenute e gli abbracci alla fine di ogni incontro.

Quest’anno, purtroppo, non potremo camminare tutti insieme, ma come dice Luigi Ciotti «questo è un momento difficile, molto complicato però è anche un’opportunità per guardarci dentro, per guardarci di più attorno, per riconoscerci nella nostra fragilità che è la premessa per costruire una società più umana e più giusta». Sì, è un momento per dare dimostrazione della nostra idea di cittadinanza attiva e responsabile che oggi, più che mai, è necessaria per custodire e salvare il nostro Paese. Di fronte all’emergenza che stiamo vivendo, ciascuno di noi deve sentirsi responsabile della sua salute, e così della salute pubblica, bene comune da salvaguardare. Prendiamo in prestito le parole di Brunori Sas quando canta: “Ma visto che un poco di lui alberga anche in me, Mi prenderò cura di lui per curarmi di me”.

L’altro è lo specchio di ognuno di noi e dobbiamo sentire forte l’appartenenza ad una comunità e la necessità di custodirla che si sostanzia nel rimanere a casa per aiutare chi lotta contro questo nemico invisibile che sta piegando l’Italia. Non è tempo di minimizzazioni e di menefreghismo, non è tempo di individualismo e comportamenti sconsiderati ma è tempo di unirci per il bene primario della nostra salute.

Noi rimaniamo a casa però non dimentichiamo perché la memoria non si arresta, mentre fuori, nelle piazze delle nostre città e nei vicoli dei nostri paesi, tutto tace, nelle nostre case si sentono riecheggiare i nomi delle vittime innocenti della ‘ndrangheta. Infatti, come Libera Vibo Valentia abbiamo voluto lanciare la campagna social “#laMEMORIAnonsiarresta” che ha coinvolto realtà associative, studenti, volontari e professori che rimangono a casa, certo, ma non dimenticano e fanno proprio il sacrificio di chi ha perso la vita per mano della violenza criminale, uniti in un’unica voce per chiedere con forza verità e giustizia per le vittime innocenti che ancora ne sono in attesa.

In conclusione, il nostro pensiero ed abbraccio virtuale  va ai medici, infermieri, biologi e tutti coloro i quali stanno lavorando senza sosta nei nostri ospedali, da nord a sud, che prima di ogni cosa sono figli, madri o padri, forse nonni, con le loro paure e i mille timori, ma che con grande coraggio lottano quotidianamente per la vita. Ma anche agli operai, ai lavoratori e lavoratrici che tra le mille difficoltà mandano avanti il Paese, volto di un’Italia che resiste e che si solleverà più forte di prima. Ma soprattutto alle famiglie colpite da questo terribile male. E sempre per citare Brunori: “Ma vedrai che andrà bene. Andrà tutto bene”.

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