Un altro lupo ucciso in Calabria, il Wwf: «Ormai è strage»
Dopo l’esemplare ucciso e appeso ad un cartello stradale nelle Serre, un altro lupo è stato fucilato nel Parco del Pollino. L’associazione si appella al nuovo assessore all’Ambiente
di Wwf Calabria
Ormai è una vera e propria guerra contro il lupo, una guerra condotta a suon di fucilate in ogni parte della regione dove il carnivoro aveva cominciato a dare segni della sua presenza dopo la spietata persecuzione dei tempi passati. Da Marcellinara ad Amato, da Torre di Ruggero fino all’ultimo caso, quello del Pollino, si moltiplicano le barbare uccisioni di lupi in Calabria, segno di un’atavica avversione e di una mentalità di predominio da parte dell’uomo che non accennano a scomparire, ma che anzi sembrano volersi riaffermare.
Non si era ancora placata l’indignazione del mondo ambientalista e degli studiosi di tutta Italia dopo la macabra esposizione di un magnifico esemplare di lupo ucciso nel territorio delle Serre Vibonesi, che un altro, tristissimo episodio (la fucilazione nel Parco del Pollino del Lupo “Arvo” che era stato curato e rimesso in libertà in Sila a gennaio), ha riproposto dolorosamente il problema della difficile convivenza tra il lupo e l’uomo, un problema che non può essere risolto facendo ricorso ai pallettoni, ma che può e deve trovare una soluzione nella mitigazione dei danni e nel sostegno alle categorie interessate, così come è stato fatto in altre regioni d’Italia con risultati incoraggianti.
Ma questa prospettiva di dialogo e di sostegno alle parti interessate, pur sempre auspicabile, non può sminuire minimamente la gravità di quanto sta accadendo: l’uccisione di lupi in periodi di caccia chiusa e addirittura all’interno di aree protette come i parchi nazionali e quello regionale, la dice lunga sul regime di assoluta anarchia e di mancanza di controllo, che consente a chiunque lo voglia, di armarsi di fucile, sparare ad una specie particolarmente protetta e appenderla, in segno di spregio e di sfida, ad un cartello stradale.
Chiediamo alle forze di Polizia giudiziaria di impegnarsi al massimo per individuare i responsabili di questi misfatti e al nuovo assessore regionale all’Ambiente, con il quale il Wwf auspica un incontro a breve, di adoperarsi per intraprendere e promuovere tutte quelle iniziative idonee ad assicurare la tutela delle attività tradizionali e, nello stesso tempo, la sopravvivenza di una specie che appartiene non solo alla natura, ma alla storia e al mito.
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