giovedì,Novembre 21 2024

Benvenuti a Pizzo, un paese (troppo) allegro: musica a palla, fuochi d’artificio per ogni evento e anarchia ovunque. Ma c’è l’autovelox

Il responsabile del settore conservazione del Wwf Vibo critica l'assenza di controlli sul rumore e la mancanza di rispetto per il riposo dei residenti

Benvenuti a Pizzo, un paese (troppo) allegro: musica a palla, fuochi d’artificio per ogni evento e anarchia ovunque. Ma c’è l’autovelox

Quando ero ragazzo e a Pizzo si sentivano i fuochi d’artificio, facevi presto a collegarli alla festa di un Santo (e per non scontentare nessuno, di Santi e di Madonne, se ne festeggiavano tanti, per cui mi esimerò dall’elencarli tutti). Ma, ahimè, di tempo da allora ne è passato e oggi, di fronte ai bagliori celesti e scoppi improvvisi da far saltare i bimbi nelle culle, sei costretto a interrogarti su chi festeggia i diciotto anni, chi si è promesso amore eterno o è già convolato a felici nozze o quale bebè ha ricevuto il Santo Battesimo. Anche se, bisogna dirlo, in tutto questo “la comunità” è condannata a rimanere nell’ignoranza, perché quel lieto evento lo sanno solo i parenti e gli invitati. Un programma mensile delle esplosioni da rendere pubblico, con tanto di orari, non sarebbe male: da un lato così almeno uno si prepara e chiude il cane o il micio di casa per evitargli un infarto e dall’altro si renderebbe più partecipe la collettività della bella notizia.

Perché Pizzo, si sa, è un paese allegro, dove chi lo desidera può dare libero sfogo alla propria voglia di vivere, di farsi notare, insomma di divertirsi, senza nessun problema, anzi, è il benvenuto. Altro che Tropea, dove sindaci-sceriffi hanno scomodato persino i carabinieri per artisti di strada che suonavano la chitarra o rimproverato teneri liceali che festeggiavano a squarciagola “la notte prima degli esami”, evocando nientepopodimeno che il disturbo della quiete pubblica! Roba da regime dittatoriale. Pizzo per fortuna è diversa, in tutti i sensi. Qui la musica regna sovrana, per (quasi) tutti i gusti e a tutte le ore del giorno e della notte, “senza limiti e confini” per cui, più che di disturbo della quiete pubblica si potrebbe parlare di pubblico senza quiete. D’estate infatti il paese si trasforma in una grande discoteca all’aperto per la gioia degli amanti del melodico anni sessanta così come del nostalgico dei Pooh come il sottoscritto, fino alla musica o, per meglio dire, ai rumori ossessivi sparati a migliaia di decibel nell’aere notturno.

Fenomeno che ha indotto diversi effetti collaterali, come il trasferimento in zone collinari più tranquille, l’incremento delle finestre con vetri doppi e tripli, l’uso di tappi per le orecchie e, non ultimo, il massiccio ricorso alle benzodiazepine. Lasciamo che sia la “Perla del Tirreno” a ospitare i turisti con sandali e calzini che riempiono le sale per una sonata in la maggiore “A. Kreutzer” di Beethoven o un Notturno di Chopin. E per non fare torto ai devoti di Tersicore e di Bacco, Pizzo per due notti fa concorrenza a Buenos Aires e a Monaco di Baviera. A quando un gemellaggio con Rio de Janeiro per la delizia (anche) delle pupille? Da noi il quartiere simbolo di questa apoteosi dei decibel e della spensierata allegria è di certo la Marina, non a caso meta serale e notturna di tanti giovani, motorizzati e non alla scoperta dei vicoli caratteristici del quartiere con l’intento culturale di ricordare, con l’esuberanza degli anni, ai vecchi e agli ammalati rintanati nelle loro case e magari desiderosi di dormire, “quant’è bella giovinezza” e chi “vuol esser lieto sia”, di antica memoria.

Dopo tutto, cosa volete che siano qualche gomito alzato un po’ troppo con conseguente impellente minzione o qualche leggero schiamazzo che, per definizione, è sempre “notturno”? Alzi la mano chi da ragazzo non si divertiva a suonare i campanelli delle abitazioni prima di darsela a gambe! Anche perché dalla Marina, chi può, “se ne scappa” (ipse dixit) e chi non lo ha ancora fatto, è sempre in tempo. Così come per il mare color clorofilla. Il settore dove però dove il Comune ha deciso di usare il pugno di ferro è quello del traffico: basti pensare che in zona Marinella il famigerato autovelox ci costringe a viaggiare a cinquanta all’ora (neanche fossimo in Svizzera). Alle impennate e alle esibizioni motociclistiche, fatte di gimkane tra le auto in fila, scoppiettii di marmitte, gare di velocità, è destinata invece la Via Nazionale, dove però il Codice della strada viene fatto rispettare, eccome, se parcheggi fuori dalle strisce o non usi il disco orario. Per il resto, trattandosi di uno Stato indipendente, puoi tranquillamente circolare con auto trasformate in discoteche ambulanti, fare giri notturni a tutto gas per le strade del paese, riempire di gas di scarico i clienti seduti ai tavoli delle gelaterie e delle pizzerie, e nessuno ti dice niente. Appuntamento dunque alla prossima estate: magari il mare sarà di nuovo verde, ma in compenso ci sarà ancora, tanta, tanta allegria (che solo per caso fa rima con anarchia).

* responsabile del settore Conservazione del Wwf Vibo

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