Vibo: «Signora sindaca, mi aiuti a vivere dignitosamente e non a sopravvivere»
Accorato appello di un lavoratore precario al capo dell’amministrazione del capoluogo Maria Limardo: «Con un lavoro di 14 ore settimanali e con una retribuzione di 500 euro mensili il nostro futuro non avrebbe modo di esistere»
Da Fortunato Greco, lavoratore precario al Comune di Vibo Valentia, riceviamo e pubblichiamo
“Le chiedo scusa signora sindaca se mi sono permesso di scriverle. Ma se lo faccio è solo per chiedere a lei, come capo di questa amministrazione comunale, un intervento politico-amministrativo. Sono uno dei sei precari della legge regionale 15 del 2008 che da otto anni prestiamo servizio presso il Comune di Vibo Valentia. Noi lavoratori della legge 15, tramite un emendamento presentato dall’onorevole Michele Comito in consiglio regionale il 22 dicembre del 2021, e approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 giugno del 2022 e non impugnato dal Mef, possiamo vedere applicabile la storicizzazione delle somme per la nostra stabilizzazione fino alla quiescenza. Da quanto ho potuto apprendere, da varie fonti, pare che la somma stanziata per la nostra stabilizzazione con Azienda Calabria Lavoro sia sufficiente per avere un contratto a tempo indeterminato a partire dal 1 gennaio 2023 di appena 14 ore settimanali. Inferiore, quindi, a quello delle 18 ore settimanali che fino ad oggi facciamo.
Tutto questo mi rattrista tanto e mi fa stare male, perché dopo 22 anni di precariato mi aspettavo una stabilizzazione full-time la quale mi poteva dare un po’ di serenità lavorativa e non una stabilizzazione del genere che non mi permetterà di poter andare avanti, soprattutto in un periodo di profonda crisi economica. Per tale motivo chiedo a lei, signora sindaca, un intervento, le chiedo gentilmente se lei, come primo cittadino dell’amministrazione comunale possa intercedere tramite un incontro alla Regione per valutare, qualora ci fossero i presupposti di legge, una convenzione economica con Calabria Lavoro affinché il nostro monte ore sia quello di un lavoratore normale e non quello di un precario part-time a vita, perché se ciò non verrà fatto da questo ente, per vari motivi, noi precari saremmo costretti a traslocare (poiché Azienda Calabria Lavoro non ci terrà negli enti che non fanno nessun tipo di convenzione economica) chissà dove e con uno stipendio da fame. Chiedo a lei pertanto, signora sindaca, solo la possibilità di poter vivere dignitosamente e non sopravvivere disperatamente, perché con un lavoro di 14 ore settimanali e con una retribuzione di 500 euro mensili il nostro futuro non avrebbe modo di esistere. Mi scuso tanto per questo mio ennesimo sfogo. Confido pienamente in lei e nell’aiuto che potrà dare a noi lavoratori”.