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«Ancora troppe morti per tumore», Ceravolo dice addio ad un amico e sollecita interventi

Il presidente dell’associazione Corrado Alvaro ricorda Francesco Basile, di cui si celebreranno oggi a Pizzo le esequie, e invita le istituzioni a prendere seriamente in carico la questione dell'inquinamento ambientale.

«Ancora troppe morti per tumore», Ceravolo dice addio ad un amico e sollecita interventi

Quando un amico scompare, è grande il dolore e lo sconforto di quanti l’hanno conosciuto e apprezzato. Quando quell’amico scompare a causa di un cancro, all’angoscia del lutto si aggiunge la rabbia e lo sconcerto per un male le cui cause sono molto spesso riconducibili alle scelte e ai guasti ingenerati dall’uomo.

È così che Giuseppe Ceravolo, presidente dell’associazione Corrado Alvaro, vive la perdita del suo caro amico Francesco Basile, scomparso ieri dopo 10 mesi di strenua lotta contro il male che l’ha colpito, e di cui oggi si celebreranno i funerali a Pizzo.

L’ultimo dei tanti, troppi, «amici volati in cielo molto prematuramente» spiega Ceravolo. Come «Marina Sbaglia e Mimmo Corigliano. Sono ancora una volta allarmato di questo ulteriore incremento di neoplasie nel territorio vibonese. Da tempo segnalo, riportando documentazioni fotografiche, le molte lastre di Eternit che venivano abbandonate nel mio quartiere, o ancora in diverse zone della provincia, dall’Angitola e fino a Mileto, sperando che il mio grido d’allarme, al quale ne tempo se ne sono aggiunti molti altri, giungesse a chi di dovere».

Appelli rimasti inascoltati, mentre «i lutti continuano a seminare dolore e a pesare come macigni sulla coscienza di chi non si è interessato appieno di questi problemi. A loro consiglierei di prestare ascolto e attenzione, alle persone che vivono momenti tristi e di difficoltà a causa di questo genere di malattie. Penso – aggiunge Ceravolo – che le istituzioni tutte dovrebbero farsi carico e dirci a cosa è dovuto questa piaga che, come un virus, si va diffondendo sempre più». Ceravolo cita Cessaniti, Triparni, Vibo Marina come siti in cui «in questi anni c’è stata una forte insorgenza di patologie» chiamando in causa l’Asp, l’Arpacal, i Nas, affinché si attuino i «necessari controlli su ciò che ci vendono, su quello che mangiamo, respiriamo e beviamo».

Emblematico, per Ceravolo, è il caso di Triparni, dove «70 abitanti su 450 sono stati colpiti da neoplasie. Credo – aggiunge – che lo Stato non possa girarsi dall’altra parte, anche perché il diritto alla salute è costituzionalmente garantito». Ceravolo chiude quindi il suo intervento associandosi «al dolore delle famiglie colpite da gravi lutti per la perdita di persone buone, altruiste, in gamba».

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