IL COMMENTO | Vibo Marina, i rifiuti abbandonati e le figuracce “internazionali”
Immondizia abbandonata alla meno peggio all’ingresso della cittadina portuale, “fortunatamente” non segnalato da alcun cartello. E i turisti tedeschi commentano: «unglaublich (incredibile)»
Il forestiero che, provenendo da Pizzo, percorre la statale 522 per Tropea, arrivato all’altezza in cui la strada si allarga in una piccola piazzola, ha modo di poter osservare dall’alto il suggestivo spettacolo di un porto al centro di un’insenatura naturale in un mare con tutte le sfumature dell’azzurro ma, volgendo lo sguardo a sinistra, viene colpito dal poco edificante spettacolo di una discarica a cielo aperto: rifiuti di ogni genere e decine di sacchetti, o quel che ne resta, abbandonati a bordo strada.
Cerca di capire dove si trova, ma nessun segnale gli indica la località. Né l’Anas, né la Provincia, né il Comune (o chi per essi) hanno mai pensato di installare una segnaletica stradale riportante il nome della fantomatica cittadina, di cui il visitatore serberà un ricordo ambivalente: quello di una splendida località costiera portuale e quello di un paese in cui imperversa il degrado.
Abbandono rifiuti a Vibo Marina, una piaga che non accenna a diminuire
Da alcuni cittadini viene riportato un episodio emblematico accaduto giorni addietro: arrivati sul luogo in questione, alcuni turisti, probabilmente tedeschi, si fermano ad ammirare il panorama; uno di essi, dopo aver scattato delle foto verso il porto, inquadra con l’obiettivo la parte opposta della strada, dove fa bella mostra di sé una mini-discarica a cielo aperto, quasi a voler immortalare le contraddizioni che caratterizzano questo lembo di territorio italiano, commentando con due parole: “schrecklich”, “unglaublich” (orribile, incredibile).
Stessi commenti si leggono ormai da diversi giorni sui social, rilasciati da cittadini indignati che condannano in modo marcato l’inciviltà e la mancanza di rispetto per la propria terra dimostrata da alcuni “trogloditi autoctoni”, appellandosi alle amministrazioni competenti affinché venga rimosso questo scempio ambientale.
A ben riflettere è questo, forse l’unico dato positivo della vicenda, un aspetto che fa capire come la coscienza civile della maggioranza delle persone non è ancora completamente atrofizzata, che non siamo ancora arrivati all’encefalogramma piatto e che ancora la gente ha qualche moto di reazione. Citando una famosa frase di Fabrizio De André, anche dal letame a volte possono nascere i fiori.