Tropea spogliata di servizi essenziali, l’appello di Giuseppe Romano
Il consigliere comunale di minoranza denuncia il sistematico impoverimento della città e invita la cittadinanza ad un sussulto d’orgoglio.
«Tutti dicono di amarla, tutti inneggiano alla sua bellezza, da tutti è riconosciuta come la Perla del Tirreno. Durante le campagne elettorali ogni politico promette di proteggerla, di rilanciarla, di finanziarne i servizi e le opere pubbliche, di dedicarsi al recupero del centro storico, alla valorizzazione e alla difesa del patrimonio culturale». Eppure, a conti fatti, «strutture come il museo vengono puntualmente escluse dai finanziamenti, si sprecano gli impegni per la salvaguardia della rupe, per la depurazione e la salvaguardia del mare e la realtà è ben diversa dalle parole».
Si parla, evidentemente, di Tropea, città dalle infinite potenzialità ancora in larga parte inespresse, che vive, a parere del consigliere comunale di minoranza Giuseppe Maria Romano, una continua spoliazione di servizi. «L’ultimo regalo – scrive Romano – è la soppressione dello sportello decentrato dell’Agenzia delle entrate» quando già negli ultimi anni a sparire sono state «la sede Enel, l’ufficio del catasto, l’ufficio provinciale di collocamento, il giudice di pace, la sede staccata del tribunale di Vibo Valentia, per non parlare del servizio più importante: l’ospedale, struttura lentamente svuotata di personale, risorse e altri servizi essenziali alla tutela della Salute».
La stessa cosa, per il consigliere comunale, «si sta verificando in ambito culturale: abbiamo perso il film festival, il blues ed ora anche il Tropea Festival Leggere&Scrivere, lanciato dall’Accademia degli affaticati con presidente Pasqualino Pandullo e oggi rappresentato da Michele Accorinti. A tutt’oggi Tropea non ricopre più quel ruolo centrale che aveva negli anni ’80 e ’90, durante i quali si celebrava il premio popolare Città di Tropea Brutium poesia incontro, voluto dal sottoscritto, premio di portata internazionale, celebrato proprio a Tropea, città riconosciuta indiscutibilmente quale centro regionale del turismo e della cultura».
Come uscirne? Per Romano «è ora che la città si svegli, che faccia valere i suoi diritti, spesso calpestati e non difesi da una classe politica poco attenta ed assente sullo scenario provinciale, regionale e nazionale. Bisogna ricorrere ad ogni forma democratica di protesta, dare voce alle rivendicazioni inascoltate dei cittadini».