Quel “giardino sul mare” che ormai non c’è più
Si renderebbe quanto mai necessaria, da parte del Comune, l’adozione di un regolamento che disciplini la formazione, la gestione, la manutenzione e la fruizione degli spazi verdi e l’istituzione di una specifica figura con il compito di promuovere e salvaguardare il patrimonio arboreo cittadino.
Uno dei parametri più frequentemente utilizzati per misurare il grado di civiltà e l’indice di vivibilità di un territorio è la presenza di spazi pubblici e la cura del verde. Non è un caso se Vibo Valentia si trova, naturalmente non solo per questo, sempre in fondo alle classifiche sulla qualità della vita.
Eppure, un tempo, Vibo era caratterizzata da strade d’accesso invidiabili da questo punto di vista, basti pensare ai 20 km di viale alberato, costituito da imponenti pioppi, che dal Poro arrivava fino a viale Affaccio (nella foto il c.d. viale dei Pioppi) e che la dissennatezza dei politici dell’epoca ha fatto abbattere negli anni ’70.
La furia devastatrice è continuata lentamente ma inesorabilmente nel tempo, ultimo esempio la tabula rasa di piazza Annarumma. Anche la Marina ha dovuto subire il depauperamento del già esiguo patrimonio arboreo esistente; è stata abbattuta la storica pinetina che, da diversi decenni, ornava il lungomare, per fare posto ad uno spazio aperto, peraltro non ancora completato, quasi privo di vegetazione se si esclude qualche spelacchiata palma.
Episodi che potrebbero valere una nomination per l’attribuzione del “premio Attila”, un riconoscimento simbolico che ogni anno viene concesso dal Wwf a persone o enti che si sono particolarmente distinti nella distruzione dell’ambiente. Oltre al depauperamento e al deturpamento del verde pubblico, sembra quasi completamente assente una politica di salvaguardia e valorizzazione dei parchi, come quello delle Rimembranze, di Villa Gagliardi e del parco cittadino di Moderata Durant.
Si renderebbe quanto mai necessaria, da parte del Comune, l’adozione, sull’esempio di altre amministrazioni più avanzate, di un regolamento che disciplini la formazione, la gestione, la manutenzione e la fruizione degli spazi verdi, che sia strumento di tutela paesaggistica, ornamentale e biologica e fornisca un supporto all’amministrazione pubblica per operare correttamente sul territorio, anche dotandosi di una figura specifica quale il responsabile degli spazi verdi con il compito di promuovere e salvaguardare le aree verdi sul territorio servendosi di esperti in materia di verde urbano.
In una fase in cui il degrado ambientale ha toccato i suoi massimi livelli, sembrerebbe fuori luogo parlare della salvaguardia del patrimonio arboreo essendo presenti altre più pesanti e pressanti emergenze, ma non è mai tempo perso parlare di ambiente.