La lettera | “Vibo Marina, le promesse tradite e la speranza rubata”
Lo sfogo di Luana Ferraro: «Siamo stanchi di riempire le casse comunali di tasse senza aver garantito quantomeno l’ordinario. Per questo siamo scesi in piazza a protestare e abbiamo incontrato il sindaco Costa»
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Una settimana movimentata quella passata per Vibo Marina. Animata, rovente. Si illude però chi pensa alla calura estiva, agli spettacoli di intrattenimento sotto le stelle o ad orde di turisti che affollano lungomare, cose rare a queste latitudini da qualche anno a questa parte. Ad occupare le vie della cittadina tirrenica sono invece gli abitanti del luogo ormai esausti e furenti a causa dell’abbandono in cui è sprofondata una delle località balneari più importanti della Costa degli Dei. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è un’ordinanza che prevedeva ulteriori stalli a pagamento lungo la zona centrale, in prossimità dei lidi e a Bivona.
Vibo Marina non ci sta! Siamo scesi in piazza a protestare. Vibo Marina è stanca di riempire le casse comunali di tasse senza aver garantito quantomeno l’ordinario. E i turisti dove sono? Immediata la risposta del sindaco Costa: doppio incontro per il giorno dopo. Il sindaco incontra i commercianti in mattinata e la cittadinanza in serata: strisce blu abolite su via Cristoforo Colombo e corso Michele Bianchi, in via Vespucci (per questioni di sicurezza spiega) a Vibo Marina; nei pressi di piazza Marinella a Bivona. L’incontro con la cittadinanza lo costringe a dar risposte al suo operato. Una cittadinanza le cui accuse, rimaste inascoltate, sono molto pesanti. Ascolta tutti il sindaco Costa. Spiega perché il programma de “La città che vorrei” non è ancora stato attuato. Spiegazione, interrotta da una cittadinanza stufa di ulteriori parole e che pretende, a gran voce, fatti. L’incontro non può proseguire: gli animi di Vibo Marina, delusi e amareggiati, sono troppo irati nel sentire giustificazioni che non reggono. Basta!
Il sindaco parla di aver trovato una situazione grave, di essersi dovuto impegnare a creare le condizioni affinché il suo programma elettorale potesse decollare. Praticamente tre anni per recuperare i fondi e avviare le procedure, con gli altri Enti competenti, per la messa in sicurezza del territorio. Il porto è fermo perché si attendono questi nuovi finanziamenti stanziati dalla Regione, sempre se arriveranno; l’Italcementi è disponibile alla vendita del sito ma non risponde a un cittadino che grida “Si, non riapre e lo sappiamo ma perché non li costringete a fare la bonifica?”; illustra la situazione zona Pennello… Ma senza messa in sicurezza, niente può esser programmato e attuato a Vibo Marina. Adirata, la cittadinanza chiede perché non si risolva l’ordinario: spazzatura, verde, buche… Chiede a cosa servono le strisce in un paese senza turisti, fermo economicamente e ridotto non a giardino ma discarica, senza uno stralcio di programma estivo, senza un minimo di attrattiva, con Porto e Italcementi oggetto solo di annunci eclatanti. “Ci prende in giro di nuovo!”, sussurra la gente.
Ma per l’ordinario non ci sono scuse ma occorrono soluzioni garantite e costanti, caro signor sindaco. Non nascondo la mia vicinanza politica al partito di destra che appoggia la traballante maggioranza di questa Amministrazione, anche se appartengo a quell’area che in più occasione non ha certo risparmiato critiche al sindaco Costa ne ha condiviso l’atteggiamento lassista e sordo assunto dinnanzi a una città che ha bisogno di soluzioni e non di scuse. La politica deve dare risposte concrete al territorio. Nel momento in cui non ne trova, la soluzione è fare un passo indietro. Mi auguro che questo incontro con una Vibo Marina unita e compatta a reclamare ciò che ha il diritto di pretendere, sia servito a far capire che è ora di smetterla di giocare a “Chi fa oggi l’assessore” e a spingere la sua Amministrazione a lavorare con maggiore impegno e costanza: lo devono a chi li ha eletti. Cosi come mi auguro che il partito di cui condivido ideologia, ma in questo caso non il metodo, prenda in mano la situazione e si imponga affinché giungano fatti o in alternativa decida di non essere complice di un fallimento e stacchi la spina. Vorrei esser speranzosa ma, come i miei concittadini, invece sono stanca e disillusa di veder cadere a picco il mio paese che tanto merita e tanto può restituire se solo ci si impegnasse seriamente.
*Ex coordinatrice Ncd Vibo Marina
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