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Discarica a Sant’Onofrio, la Regione stoppa l’impianto privato da 400mila metri cubi

Per la Struttura tecnica di valutazione esistono «vincoli inibitori ostativi all’accoglimento dell’istanza». Nulla di fatto nell’ultima riunione dell’Ato di Vibo per la definizione dei costi dell’Ufficio comune, mentre spunta l’ipotesi Dinami…

Discarica a Sant’Onofrio, la Regione stoppa l’impianto privato da 400mila metri cubi
L'ultima riunione dell'Ato di Vibo alla presenza del prefetto Zito

Ancora un nulla di fatto. L’Ato di Vibo… cincischia. Non che l’ultima riunione fosse determinante per le decidere le sorti dell’autonomia gestionale della Comunità d’ambito in materia di rifiuti, ma, l’incontro, svoltosi nella doppia modalità – in presenza e in videoconferenza -, non ha di certo sortito passi in avanti. Nonostante la presenza del prefetto di Vibo Francesco Zito. E dire che definire la quantificazione dei costi di gestione dell’Ufficio comune – come previsto da uno dei punti all’ordine del giorno – avrebbe costituito già un buon risultato per un organismo caratterizzato da un andamento lento, in cui il “muro contro muro” tra sindaci è divenuta ormai la norma. Il tutto mentre altri ambiti territoriali, come quello di Catanzaro, viaggiano a vele spiegate e vantano il primato nel Sud Italia per l’adozione del Piano d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.

A Vibo, all’opposto, è la “carenza documentale” a farla da padrona. Questa infatti la ragione per la quale i due principali punti all’ordine del giorno (quello sui costi dell’Ufficio comune e quello sulla proposta di realizzazione di una discarica privata da 400mila metri cubi nell’area già individuata per l’eco distretto) sono saltati e rinviati alla prossima seduta. Tuttavia, pur nella breve durata della riunione presieduta dal sindaco di Vibo Maria Limardo, è emerso un altro inatteso elemento: la Regione – in barba ai proclamati “no a nuovi impianti” – ha individuato nel territorio di Dinami un sito dove collocare una discarica nuova di zecca in cui conferire gli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento, il cui stoccaggio rappresenta un grave problema su scala regionale. La proposta non è stata però messa ai voti a causa del rinvio dell’assemblea.

Il vero elemento di novità è però rappresentato dal parere della Struttura tecnica di valutazione Vas-Via del Dipartimento di tutela dell’Ambiente della Regione Calabria sul progetto di “Realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi ubicata in località Palombara di Sant’Onofrio” proposto dalla Ecosistem Srl. Un parere che, tuttavia, non fa altro che richiamare i noti fattori ostativi che già la Stv regionale aveva palesato rispetto all’impianto pubblico, o meglio alla parte relativa alla discarica di servizio prevista nel progetto dell’eco distretto dell’Ato.

Insiste sull’area individuata, scrive la Stv, «un regime vincolistico inibitorio, risultato a seguito della verifica di adeguatezza e completezza della documentazione presentata dagli Enti». Nel dettaglio, la Stv richiama le criticità che aveva già individuato nel corso di un precedente sopralluogo propedeutico alla valutazione del progetto Ato. Eccole: «la viabilità di accesso finale all’area attraversa il bosco di proprietà del Consorzio di Bonifica, rimboschito con fondi pubblici, per il quale non si potrà allargare o sistemare la strada di accesso; le aree boscate e le aree coperte da vincolo idrogeologico sono indicate quali fattori escludenti alla localizzazione di impianti di smaltimento rifiuti; Il vincolo idrogeologico è su aste potenzialmente demaniali, pertanto la verifica deve essere effettuata presso l’Agenzia del Demanio prima della prosecuzione della procedura perché costituisce titolo di disponibilità dell’area; deve essere effettuata la ricognizione degli usi civici».

Pertanto, la Stv conclude che «allo stato non è possibile procedere alla valutazione di merito del progetto per la presenza di vincoli sia per le norme di settore che per il Qtrp nonché per fattori escludenti del Prgr Calabria del 2016». Tali deduzioni, si precisa, «costituiscono motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza». Resta la possibilità per la società proponente di « presentare proprie osservazioni o integrazioni documentali atti alla rimozione dei sopracitati motivi ostativi». E in tal senso, benché siano scaduti i dieci giorni di rito per le controdeduzioni da parte del soggetto proponente, qualcuno tra i componenti dell’Ato ha ventilato la possibilità di ricorrere ad una procedura di “pubblica utilità” per rimuovere i vincoli e spianare la strada… al privato.

Discarica privata a Sant’Onofrio, Maria Limardo: «Non in quel sito» – Video

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