La protesta dei cittadini di Vena Inferiore: «Abbiamo sete di acqua pulita» -Video
Manifestazione pacifica dei cittadini della popolosa frazione davanti al municipio di Vibo Valentia. Da mesi alle prese con il problema della «fogna che sgorga dai rubinetti di casa», dicono basta alle promesse
«L’acqua è un bene primario, a nessuno può essere negata». Perché negarla ai cittadini di Vena Inferiore? Nella popolosa frazione di Vibo Valentia vige un divieto di utilizzo dallo scorso mese di luglio, da quando cioè, dopo varie segnalazioni e proteste, una squadra di operai, inviata dal Comune, accertava la presenza di sostanze inquinanti. Da allora sono stati realizzati diversi interventi, «che ad oggi non hanno però risolto il problema», ammette l’assessore ai lavori pubblici Giovanni Russo incontrando una delegazione di cittadini in protesta pacifica davanti a Palazzo Luigi Razza. Si impegna a risolvere il problema: «Oggi stesso – dice – gli operai sostituiranno l’ultimo tratto di rete da dove l’acqua continua a sgorgare inquinata. Questo lavoro dovrebbe essere risolutivo. I ritardi – si giustifica – ci sono stati a causa della carenza di personale. L’unica squadra che si occupa del servizio idrico è stata infatti impegnata in altre emergenze e solo oggi è potuta intervenire su Vena Inferiore». All’incontro anche il sindaco Maria Limardo. Conosce bene il problema. Anche questa volta promette di risolverlo.
La beffa delle bollette
Nel frattempo gli abitanti hanno consegnato le bollette idriche. Non intendono pagarle, non avendo potuto utilizzare il prezioso liquido. Sulle mascherine qualcuno ha scritto: «Abbiamo sete di acqua pulita». Un modo per richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale. Sono armati di striscioni. Una donna ci mostra la bolletta dell’acqua. L’importo è di 321 euro. Che non pagherà «fino a quando non sarà risolto definitivamente il problema».
Dai rubinetti sgorga acqua mista a fogna
Nel quartiere vivono diversi bambini e anziani. «L’acqua che sgorga dai rubinetti è marrone e maleodorante. Lo hanno accertato le analisi effettuate sia dal comune che dai privati cittadini che si sono autotassati per scoprire ciò che già intuivano: nell’acqua c’è fogna e sostanze detergenti. «Dobbiamo acquistarla. E non c’è solo il costo, ma anche il disagio e l’impossibilità di trasportare le casse di acqua. E succede che qualcuno la utilizza nonostante il divieto. «Mia madre combatte da mesi con un’infezione della pelle – racconta una donna – È anziana e sola, cosa avrebbe dovuto fare?». Ognuno si arrangia come può: «Io sono costretta a lavarmi a casa di mia mamma che abita in un comune vicino – racconta una giovane – Con le restrizioni del Governo come posso giustificare questi spostamenti?» si domanda. Le rassicurazioni del sindaco e dell’assessore, le ennesime, hanno placato gli animi, ma non hanno risolto il problema. «Andremo avanti fino a quando non sarà revocato il divieto di utilizzo dell’ acqua» dicono i manifestanti.