Eco-distretto a Sant’Onofrio, Sinistra Italiana fissa i “paletti” del progetto
Per il coordinatore del locale circolo, Aurelio Raniti, «bisogna prendere atto del deliberato della Conferenza dei sindaci ma al tempo stesso sancire dei principi che regolino la nascita e il funzionamento dell’impianto»
«Da mesi si parla dell’Eco-distretto e della discarica di servizio annessa; tanto si è detto, ingenerando a nostro avviso allarmi ingiustificati e tantissima confusione. E’ stato commesso un errore di metodo: a nostro avviso, prima di muovere qualsiasi passo, sarebbe stato doveroso rendere edotta e partecipe la popolazione; forse era il caso di consultare la volontà popolare dei cittadini del comune interessato, ricorrendo allo strumento referendario previsto dallo Statuto Comunale».
È quanto sostiene in una nota Aurelio Raniti, coordinatore del circolo di Sinistra Italiana Stefanaconi-Sant’Onofrio in riferimento alla nota questione della realizzazione dell’Eco-distretto provinciale dei rifiuti in località “Palombara” a Sant’Onofrio.
«Alla luce delle risultanze – sostiene Raniti – non è più possibile percorrere questa strada; bisogna prendere atto del deliberato della Conferenza dei sindaci, che ha individuato in quello di Sant’Onofrio il sito nel quale verrà realizzato l’Eco-distretto, ottemperando alle direttive imposte per legge. Riteniamo che sia nell’esclusivo interesse delle nostre comunità, non più rinviabile e strettamente utile e necessario, promuovere una discussione libera da condizionamenti che dia la possibilità ai cittadini di essere informati e sgomberare il campo da dubbi e perplessità, ascoltando i tecnici pro e contro l’impianto e ponendo loro domande e richieste».
Così, «come circolo operante sui territori ed a stretto contatto con la gente, ci preme riaffermare la nostra posizione, rimarcando quelli che riteniamo debbano essere i principi generali e fondanti, affinché si inizi una sana e costruttiva discussione informativa».
Quindi SI, nell’ordine, riporta i principi che, a suo avviso, dovrebbero regolare la nascita e il funzionamento del progetto: «riduzione al minimo dell’impatto ambientale, con conseguente salvaguardia della salute dei cittadini nel pieno rispetto dell’ambiente; idoneità del sito individuato rispondente ai parametri imposti per legge e in assenza di rischio idro-geologico; centralità dell’Eco-distretto ed annessa discarica di servizio, in modo che sia il più facilmente possibile raggiungibile dai 50 comuni del territorio vibonese, privilegiando la vicinanza ad uno svincolo autostradale o presenza di arterie stradali, che riducano al minimo il passaggio dei compattatori nei centri urbani; principio di convenienza economica per gli utenti, abbattendo i costi per lo smaltimento degli Rsu indifferenziati; dimensionamento della discarica di servizio, nella quale dovrà essere conferito solo ed esclusivamente l’indifferenziato della raccolta Rsu dell’Ato della provincia di Vibo Valentia; gli impianti di stoccaggio e quelli di conferimento dovranno essere aperti alle scolaresche ed ai comitati spontanei di cittadini; limitazione dell’ingresso dei capitali privati nella costruzione e gestione dell’Eco-distretto e della annessa discarica di servizio, che dovrà avere una vita ventennale, dopo di che dovrà essere dismessa per esaurimento ed il sito bonificato e messo in pristino, ricostruendo l’habitat naturale iniziale».
Questi, per Sinistra italiana, «sono i principi generali che dovranno regolare l’impianto, in modo che possano coniugarsi la salute dei cittadini e dell’ambiente, i principi di economicità, ed il corretto trattamento degli Rsu imposto per legge; l’auspicio è che si giunga alla risoluzione di un problema cronico che in Calabria si trascina da anni, superando definitivamente la fase di commissariamento di un comparto che grava sempre di più sui bilanci comunali e di conseguenza sulle tasche dei cittadini».
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