Randagismo, le associazioni animaliste si appellano al prefetto
Cinque sodalizi lamentano la mancata realizzazione dell’annunciato canile sanitario
I rappresentanti di cinque associazioni animaliste (Ada, Lav, Movimento Animalista, Wwf, Enpa) hanno interessato il prefetto di Vibo Valentia sul disatteso “Progetto di canile sanitario”, denunciando le “inadempienze degli organi pubblici preposti alla tutela degli animali rispetto alle conseguenze drammatiche dell’indisponibilità di ricoveri d’emergenza per i randagi vittime di incidenti”.
“Non si tratta, come si potrebbe interpretare, di un’iniziativa di sola coscienza verso gli animali, che pure sono estremamente importanti nel contesto sociale, ma – fanno notare gli animalisti – della sollecitazione alla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza sanitaria. E’ abbastanza facile intuire che il randagismo, prodotto dall’incuria sul fronte di sterilizzazioni, adozioni, censimenti, microchip, copertura sanitaria, controllo territoriale, è una minaccia non soltanto perché deprime ulteriormente, con i frequenti episodi di abbandono e violenza, l’immagine di un territorio che ad onta dei tantissimi pregi naturali è già afflitto da numerosi e gravi problemi, ma anche per la pubblica sicurezza”.
Il richiamo, o forse sarebbe meglio dire l’appello delle associazioni, è solo il primo passo verso la proposta di soluzioni che, nel medio e lungo termine, vogliono perseguire lo scopo di dare alla Calabria un volto che rispecchi l’importanza delle sue vocazioni territoriali, propositi che non sono affatto sminuiti dall’imperversare di altri gravissimi problemi quali i massicci incendi, maniacali o d’altra origine, e l’inquinamento mafioso.