giovedì,Novembre 28 2024

Acqua sporca: l’anomalia del “caso Ricadi” e l’ordinanza revocata

Divieti a Tropea, Joppolo e Nicotera. Il comitato civico e il circolo Legambiente invocano interventi risolutivi per garantire la qualità delle acque e accertare l’idoneità della rete idrica

Acqua sporca: l’anomalia del “caso Ricadi” e l’ordinanza revocata

“E’ passato circa un anno dalla costituzione del comitato spontaneo di cittadini di Santa Domenica, nato a seguito dell’emergenza idrica che ha caratterizzato la qualità dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale. Un’attività che ha visto impegnati cittadini e associazioni e tra queste il locale circolo di Legambiente. Denunce pubbliche, articoli ma soprattutto interventi sulle autorità competenti per porre fine al problema dell’acqua sporca”. E’ quanto sottolineano il comitato civico ed il circolo Legambiente di Ricadi che ricordano come “tra le tante iniziative vi è stato pure “un esposto indirizzato alla Procura di Vibo Valentia, al prefetto, all’Asp, al ministro della Salute, al Corpo forestale, al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, di cui si aspettano gli esiti. Un’attività determinante per far emergere il problema, per tanti anni sottaciuto. Molte sono state, infatti, in termini propositivi, le testate giornalistiche, anche di livello nazionale, ad accendere i riflettori su un problema annoso e spesso ridimensionato.

Dopo le varie denunce e le proteste, la qualità dell’acqua è indubbiamente migliorata, quantomeno nell’aspetto, ma molti dei problemi lamentati continuano a rimanere tali. Spesso i cittadini sono costretti ad assistere al rimpallo di responsabilità tra gli enti competenti probabilmente anche nel tentativo di ridimensionare la realtà. Tuttavia le criticità permangono nella sostanza. L’acqua, anche se migliorata nella colorazione, continua ad arrivare sporca nella maggior parte delle case, con picchi di criticità in alcuni rioni”.

Inoltre, soprattutto in concomitanza con le date dei prelievi per le analisi, certamente per una fortuita coincidenza, l’acqua – sottolineano Legambiente ed il comitato civico – è caratterizzata da un odore acre, probabilmente a causa dell’iperclorazione che certamente ne corregge temporaneamente i difetti ma, sicuramente, non giova alla salute dei consumatori. Nonostante Sorical abbia speso oltre un milione di euro per installare dei filtri in prossimità dei pozzi, annunciando, di concerto con alcuni esponenti politici locali, la soluzione di tutti i problemi, l’acqua distribuita dall’acquedotto Medma in vari centri della costa continua a presentare gravi criticità. Spesso dalle analisi effettuate nei vari comuni è emersa la presenza di trialometani che, come molti sanno, è un sottoprodotto di disinfezione sospettato di essere causa di gravi patologie, tanto da indurre l’Asp ad invitare la società di gestione ad effettuare i dovuti interventi correttivi.

Per alcuni mesi nell’acqua erogata dall’acquedotto Medma, per intenderci lo stesso che serve la frazione di Santa Domenica e alcune aree del comune di Ricadi, in particolare nei comuni di Nicotera e Tropea è stata rilevata la presenza del batterio pseudomonas aeruginosa e, nonostante i filtri, in più occasioni e in più punti, la presenza di manganese. Spesso fanno capolino nelle analisi, in vari punti di prelievo e in tempi diversi, coliformi ed escherichia coli. Insomma un quadro poco incoraggiante che legittimamente pone seri dubbi sulla qualità delle acque erogate.

 A seconda del responso delle analisi o anche a scopo precauzionale, i comuni hanno mantenuto o meno le ordinanze di divieto di utilizzo delle acque per il consumo umano. Ad oggi la quasi totalità di essi e tra questi Tropea, Nicotera e Joppolo, per tutto il territorio di competenza o per buona parte, hanno in vigore ordinanze di divieto. Tra i comuni serviti dall’acquedotto Medma il comune di Ricadi non ha attivo alcun divieto di utilizzo, anzi, questo comune, ha revocato l’ordinanza al primo riscontro utile. A Ricadi e in particolare nella frazione Santa Domenica, a differenza di quanto avviene in tutti gli altri comuni, i prelievi per effettuare le analisi non avvengono presso le fontane comunali come sarebbe opportuno che fosse, ma presso il serbatoio di accumulo. Una scelta questa, più volte fortemente contestata dal comitato civico e dal circolo Legambiente in quanto il prelievo al serbatoio, quindi lontano dal luogo di utilizzo, potrebbe non rappresentare plasticamente e fedelmente le reali condizioni e qualità delle acque. Tra l’altro appare in netto contrasto con il ritiro delle ordinanze di divieto il mantenimento della chiusura di tutte le fontane pubbliche della frazione la cui chiusura ovviamente impedisce, di fatto, agli enti competenti di effettuare i prelievi. Ricordiamo, infatti, che lo scorso anno, in piena emergenza, a scopo precauzionale e per evitare possibili rischi alla salute di ignari consumatori che continuavano a farne uso è stata sigillata la fontana di piazza Monumento, posta al centro del paese e dove, abitualmente, venivano effettuati i campionamenti.

Ancora più strano, alla luce dei fatti, appare la mancata revoca dell’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua erogata dalla stessa fontana. Il comitato civico e il Circolo Legambiente, con il medesimo spirito collaborativo dimostrato in questi mesi, ritengono, per come più volte richiesto, che bisogna sgombrare definitivamente il campo da ogni legittimo dubbio che si annida tra i cittadini che, pur constatando che non esiste alcun divieto di utilizzo, quasi quotidianamente devono fare i conti con acqua ancora evidentemente sporca e maleodorante. Pertanto ribadiscono la necessità di rendere fruibili, da subito, tutte le fontane pubbliche esistenti in paese e riutilizzare le stesse quali punti di prelievo per l’effettuazione delle analisi di routine. Inoltre rimarcano l’inderogabile necessità di effettuare, per come più volte richiesto, uno screening su tutte le condutture comunali al fine di verificare la loro idoneità e salubrità e per escludere eventuali problemi. Nella sostanza il comitato e il Circolo Legambiente Ricadi pretendono che si faccia chiarezza fino in fondo e che venga dissipato ogni dubbio anche in considerazione che, dalle analisi ufficiali effettuate, tra tutti i comuni serviti dall’acquedotto Medma, solo Ricadi sembrerebbe apparire come un’isola felice nonostante l’acqua in molte case continui ad arrivare sporca”.

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