mercoledì,Aprile 16 2025

Vibo Marina, un gufo ferito salvato in mare aperto: evento eccezionale al largo della costa calabrese

Il naturalista Pino Paolillo: «In 40 anni di attività, mai registrato un caso simile». Fondamentale la collaborazione tra equipaggi navali, Lipu e Wwf

Vibo Marina, un gufo ferito salvato in mare aperto: evento eccezionale al largo della costa calabrese
L'esemplare salvato al largo di Vibo Marina

Sembra la trama di un racconto incredibile, eppure è la cronaca di un salvataggio straordinario avvenuto nelle acque antistanti Vibo Marina. Un Gufo comune (Asio otus), rapace notturno tipicamente associato ad ambienti boschivi e agricoli, è stato recuperato ferito in mare aperto, a ben 12 miglia dalla costa. Un evento definito “eccezionale” da Pino Paolillo, esperto naturalista del Wwf Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro, che da decenni si occupa del recupero della fauna selvatica in difficoltà. «Se avessimo soccorso un gabbiano, una berta o un cormorano, non ci sarebbe stata alcuna sorpresa – ha fatto sapere Paolillo attraverso un comunicato stampa – ma essere contattati per un gufo ritrovato in pieno mare, sinceramente non me lo sarei mai aspettato». La vicenda ha avuto inizio il 10 aprile, prosegue la nota, «quando l’equipaggio della motonave “Leonardo da Vinci”, sotto il comando di Enrico Ruggiero e impegnata in lavori al largo, ha trovato il volatile a bordo». Il comandante Ruggiero ha spiegato a Paolillo che il gufo, «disorientato o stremato, aveva violentemente sbattuto contro il vetro del ponte di comando, riportando ferite che gli impedivano di riprendere il volo».

Immediatamente è scattata la catena dei soccorsi. La «segnalazione è giunta inizialmente a Giorgio Berardi, responsabile della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) per la Calabria, il quale ha prontamente contattato il referente del Wwwf vibonese, Pino Paolillo. Data la posizione della nave, è stato organizzato un delicato trasbordo in mare aperto. Il gufo ferito è stato affidato al personale del rimorchiatore “Lione” dell’Agenzia marittima di Messina, comandato da Salvatore Ferraguto».

Una volta giunto nel porto di Vibo Marina nella giornata di ieri, 11 aprile, il “Lione” ha consegnato il prezioso carico nelle mani di Paolillo. Il naturalista ha «subito constatato la frattura di un’ala, conseguenza della collisione con la nave». Dopo aver «idratato e rifocillato l’animale, è stata organizzata una staffetta, coordinata sempre con Berardi della Lipu. In poche ore, il Gufo comune ha raggiunto il Centro recupero animali selvatici (Cras) di Cosenza, diretto da Mauro Tripepi, dove ora riceverà tutte le cure specialistiche necessarie per tentare di recuperare la funzionalità dell’ala».

«Pur nella sua eccezionalità – ha ribadito Paolillo nel comunicato, sottolineando come sia il primo caso simile in quarant’anni di attività e migliaia di recuperi – è noto che i gufi siano capaci di compiere lunghe traversate marine». A testimonianza di ciò, ha citato il caso «documentato di un Gufo comune inanellato in Svizzera nel 1966 e ritrovato due anni dopo in Sardegna. Un esempio che conferma come, a volte, “le vie del cielo siano infinite”, anche per un abitante delle foreste ritrovato sperduto tra le onde». Questo insolito salvataggio evidenzia ancora una volta l’importanza della sensibilità ambientale degli operatori del mare e la preziosa sinergia tra associazioni ambientaliste come Wwf e Lipu e i Centri di recupero specializzati, uniti per dare una seconda possibilità anche agli animali selvatici protagonisti di avventure straordinarie.

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