“Asciugare” il Sant’Anna per evitare l’inquinamento di Bivona: la soluzione che elimina gli effetti ma non le cause
Il sindaco di Vibo assicura un monitoraggio costante su perdite fognarie e scarichi abusivi ma intanto punta al rimedio più pratico: collettare in maniera permanente il depuratore Silica a quello di Porto Salvo affinché non alimenti il torrente con i quotidiani rilasci di acque depurate
Ci sono due criticità la cui soluzione è considerata prioritaria a Vibo, e hanno a che fare tutte due con l’acqua: quella da “bere” (si fa per dire), che spesso manca nelle case vibonesi, e quella sporca, mista a fogna, che si riversa dalla città nei torrenti che sfociano a Vibo Marina. Per quanto riguarda la prima emergenza, il sindaco Enzo Romeo, nella conferenza di fine anno che si è tenuta ieri nella sala consiliare, ha messo le mani avanti ricordando che presto (ma non si sa bene quando) ci sarà il passaggio ad Arrical, l’agenzia regionale che una volta a regime gestirà rifiuti e risorse idriche, ma fino ad allora, ha sottolineato il primo cittadino, non intende abdicare alla sua responsabilità amministrativa e continuerà a sollecitare a Sorical gli interventi che possano limitare i disagi.
Per la seconda emergenza, quella che determina continui sversamenti in mare di liquami più o meno misteriosi, soprattutto a soprattutto a Bivona attraverso il torrente Sant’Anna, Romeo ha dato conto dell’interlocuzione continua con la Regione Calabria. Insieme, ha spiegato, si sta ipotizzando di “chiudere” completamente il Sant’Anna, collettando al depuratore di Porto Salvo l’altro impianto a monte, il depuratore Silica, che riversa le acque a fine ciclo nell’alveo del torrente. In altre parole, la soluzione secondo il primo cittadino, è convogliare al cento per cento verso il depuratore a valle, quello di Porto Salvo, ciò che produce il Silica al termine del ciclo di depurazione dei liquami fognari di Vibo.
Detto così sembra però che la causa dell’inquinamento di Bivona siano gli scarichi del Silica. E invece, durante tutta l’ultima estate, il Comune ha spesso ostentato continue analisi delle acque depurate e scaricate nel Sant’Anna, sottolineando ogni volta l’esito negativo delle indagini batteriologiche: dunque, a inquinare il torrente non sarebbe il depuratore a monte, ma scarichi abusivi e perdite fognarie che fuori da ogni controllo si riversano nell’alveo del Sant’Anna. Ed è proprio per impedire a questi liquami di arrivare a mare che il Comune intende chiudere i “rubinetti” del Silica, evitando che alimenti la portata del torrente con i suoi rilasci quotidiani di “prodotto finito”.
«Insieme ad Arpacal monitoreremo tutto il corso del Sant’Anna – ha spiegato Romeo – per individuare gli scarichi abusivi e intervenire affinché non ne compaiano altri». Intanto, però, meglio asciugare il torrente per salvare la prossima estate ed evitare lo scempio del 2024, quando il Sant’Anna non ha mai smesso di inquinare il tratto di mare più frequentato dai cittadini vibonesi. Una soluzione che, al netto delle buone intenzioni, lascia aperto il doloroso capitolo degli scarichi abusivi e delle numerose perdite lungo la rete fognaria: non riuscendo a eliminare la causa principale dell’inquinamento, si punta a evitare che i liquami raggiungano la costa, lasciando però che continuino a infiltrarsi nel terreno e ad accumularsi nell’alveo (asciutto) del Sant’Anna, fino a quando il primo acquazzone non li “consegnerà” nuovamente al mare di Bivona.