Emergenza cinghiali e risvolti sanitari, il veterinario: «Alcuni capi affetti da tubercolosi» – Video
Secondo l’Asp, comunque, l’incidenza sta calando rispetto al 2018. Intanto il Parco delle Serre vara un piano: «Ritorneremo alla normalità entro tre anni»
Un numero preciso è impossibile stabilirlo, ma secondo una stima di Coldiretti sarebbero 300mila i cinghiali in Calabria. Una emergenza che ha anche profili che riguardano la salute pubblica, visto che nei capi abbattuti è stato riscontrato anche il virus della tubercolosi, trasmissibile nei casi in cui la carne non è ben cucinata. «Ma non parlerei di emergenza sanitaria – precisa Domenico Marzano, uno dei veterinari dell’Asp di Vibo Valentia -: nel 2018 abbiamo ispezionato circa 2000 esemplari e solo 33 erano affetti». Un’incidenza che secondo il medico sta scendendo nell’anno in corso, pur facendo tenere alta la guardia in una emergenza che dipende da un ripopolamento che, eseguito una ventina di anni fa, ha fatto importare ceppi di cinghiali con caratteristiche diverse, creando una promiscuità che oggi significa aumento di stazza e proliferare di parti.
Nella sede dell’Ambito territoriale di caccia si pianificano tanto gli abbattimenti nella stagione venatoria, quanto il sele-controllo eseguito da cacciatori autorizzati a sparare anche fuori dal periodo consentito. Il commissario Giuseppe Pellegrino ha licenziato un Piano che prevede «il ritorno alla normalità entro 3 anni». Intanto, nelle vesti di commissario del Parco regionale delle Serre è riuscito a farsi autorizzare l’impiego di cacciatori sele-controllori nel perimetro sotto tutela. «Occorrerebbe modificare la legge e allungare la stagione venatoria», sostiene.