L’estate di Bivona muore in un mare di merda (letteralmente): il torrente Sant’Anna vomita liquami fognari in pieno giorno – Video
Lo scempio si è definitivamente compiuto. Alla vigilia di Ferragosto una nuova colata di acque nere si è riversata tra chi faceva il bagno ed è dovuto scappare a gambe levate. Eppure appena 5 giorni fa il sindaco Romeo aveva annunciato la soluzione del problema
Lo scempio è definitivamente compiuto. L’estate di Bivona muore in un mare di merda. Letteralmente. Il torrente Sant’Anna ha ripreso a sversare liquami fognari tra i bagnanti che, ovviamente, sono fuggiti in massa appena si sono resi conto dell’ondata nera che si riversava in mare.
A due giorni da Ferragosto, in quello che dovrebbe essere il momento clou della stagione turistica che da queste parti è flebile quanto una speranza mal riposta, una marea nera dall’inconfondibile odore di fogna si è riversata dal torrente “alimentato” dal depuratore Silica. E questo ad appena qualche giorno dal trionfante annuncio da parte del Comune della firma con il Corap di una convenzione che prevede il collettamento del depuratore a monte, Silica appunto, con quello più grande a valle, l’impianto di Porto Salvo. Accordo che avrebbe dovuto mettere in sicurezza il torrente, evitando che trasportasse in mare i liquami in eccesso che il Silica non riesce a trattare a causa dell’aumento del flusso fognario in estate. Una soluzione banale ed efficace, attesa sin dalla tarda primavera, ma arrivata soltanto cinque giorni fa, il 9 agosto.
«Da questo momento – annunciava una nota del sindaco Enzo Romeo – i reflui fognari che l’impianto depurativo di Silica non riuscirà a gestire verranno conferiti nell’impianto di Porto Salvo. Definiti i dettagli nel corso del tavolo tecnico di martedì scorso in Prefettura, ringrazio il prefetto per la consueta disponibilità e il pragmatismo. Abbiamo firmato la Convenzione con il Corap per il collettamento». Meglio tardi che mai, avevamo scritto in quell’occasione. E invece, a quanto pare, è solo “mai”.
Quanto avvenuto questa mattina, con la gente a mare che si è ritrovata immersa nella fogna quando il Sant’Anna ha portato a valle il suo carico di liquami, è inconcepibile. Non c’erano droni a ronzare in cielo, né motovedette a pattugliare la foce, neppure divise a fotografare e delimitare lo scempio con nastri rosso-bianchi. Non c’erano fasce tricolori, né assessori con le mani nei capelli, né dirigenti comunali attaccati al telefono per urlare di chiudere tutto. C’era solo puzza e melma di fogna che per l’ennesima volta stuprava il mare dei vibonesi.
Eppure, la convenzione prevede – si legge nel documento siglato cinque giorni fa – «il conferimento/collettamento presso il depuratore consortile di Porto Salvo che verrà effettuato concedendo al Comune di Vibo Valentia l’utilizzo di un tratto di condotta di proprietà del Co.R.A.P. in LCA, ubicato in uscita dal depuratore di località Silica e adducente all’impianto di depurazione di località Porto Salvo».
E ancora: «Le portate in eccesso conferite/collettate non potranno essere superiori a 400 mc complessivi, per un numero massimo di quattro ore giornaliere – dalle ore 10.00 alle ore 14.00 – e conferite/collettate giornalmente, escluso i giorni in cui si verificano eventi meteorici».
Insomma, poca cosa, appena 4 ore al giorno per un massimo di 400 metri cubi di liquami fognari, ma quanto basta per mettere in sicurezza almeno le mattinate. E invece, a Bivona, la notte è calata in pieno giorno.