lunedì,Luglio 8 2024

Il torrente Sant’Anna ancora inquina Bivona nonostante le promesse: ecco il nuovo scempio – VIDEO

Il fosso che secondo le rassicurazioni del Comune non avrebbe dato più problemi, continua a sversare in mare il suo carico di liquami. Una lettrice: «È sempre “aperto” e l’acqua è sempre più inquinata»

Il torrente Sant’Anna ancora inquina Bivona nonostante le promesse: ecco il nuovo scempio – VIDEO
La foce del torrente Sant'Anna oggi

Ci avevamo sperato. Forse ci avevamo anche creduto per un po’, convinti che lo scempio fosse talmente sfacciato che si sarebbero superate anche le kafkiane pastoie burocratiche. E invece, il torrente Sant’Anna è ancora libero d’inquinare il mare di Bivona, il mare dei vibonesi e di chi ha deciso di passare le vacanze da queste parti, dove un fosso ingabbiato tra due alti muri di cemento continua – nel 2024 – a trasportare, indisturbato, maleodoranti liquami e schiume di incerta natura. Le immagini che vi proponiamo sono state girate nella tarda mattinata di oggi, dopo alcune ore durante le quali il letto del torrente si mostrava asciutto e faceva ben sperare. Invece, verso le 12, come se qualcuno più a monte avesse tirato lo sciacquone, il Sant’Anna ha ripreso a riversare in mare tutto il suo carico di liquami. «Guardate, sembra lo scarico di una lavatrice», commenta un pescatore dall’accento settentrionale, probabilmente qui in vacanza. «Questo è quello che si vede… purtroppo per voi, per noi e per la Calabria», conclude sconsolato.

Com’è noto, il torrente avrebbe dovuto essere collettato al depuratore di Porto Salvo, come ormai avviene da anni con l’approssimarsi dell’estate, proprio per evitare che comprometta la balneabilità dello specchio d’acqua dinnanzi a Bivona. Il rischio principale, infatti, è rappresentato da possibili tracimazioni del depuratore Silica, situato a monte, sulla collina che sovrasta Porto Salvo. Impianto estremamente sottodimensionato, che in estate, non di rado, può straripare, con i liquami che finiscono nel Sant’Anna e da lì a mare. Da qui la necessità di “deviare” il torrente verso il depuratore a valle, quello di Porto Salvo.

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Questa volta, però, l’operazione di routine non è andata in porto, a causa della mancata convenzione tra Comune e Corap, che gestisce l’impianto di depurazione. Questo perché è cambiata la geografia degli enti strumentali della Regione dopo la nascita di Arrical, l’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria. Un banale intoppo burocratico che, però, di fatto, ha bloccato la procedura. Da allora riunioni in Prefettura, alla Regione, indignate interrogazioni dei consiglieri regionali, poi, il 7 giugno scorso, l’ex sindaco Maria Limardo ha rassicurato tutti: «È fatta, problema risolto. Le parti in causa hanno accettato la proposta del Comune di collettare il depuratore Silica con quello di Porto Salvo, per impedire che eventuali eccessi di portata possano finire nel Sant’Anna». Insomma, da un depuratore (più piccolo) all’altro (più grande). In queste condizioni il letto del torrente dovrebbe rimanere quasi asciutto e, soprattutto, non dovrebbe diventare una fogna a cielo aperto come succede quando nel suo alveo si riversano i liquami dell’impianto di depurazione a monte.

La foce del torrente Sant’Anna a Bivona

Oggi, invece, le sue acque fetide continuavano a scorrere libere, con buona pace delle promesse, delle rassicurazioni e delle vacanze rovinate a chi, suo malgrado, si trova a soggiornare da quelle parti. E anche la possibile obiezione che ieri ha piovuto non regge, visto che questa mattina il letto del torrente appariva già quasi asciutto, come ha riscontrato lo storico di Vibo Marina, Antonio Montesanti, in uno dei suoi reportage social.

In ogni caso, quello di oggi non è un episodio isolato, come sottolinea una nostra lettrice, Gina Maria De Siena: «Sono vibonese di origine, anche se nata Firenze. Oggi sono in pensione e trascorro 4 mesi l’anno nella casa che mio padre mi ha lasciato a Bivona. Il torrente Sant’Anna è sempre aperto, nonostante avessi letto che era stato raggiunto un accordo. E Bivona è sempre inquinata». Insomma, ci avevamo creduto…

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