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«Qui sembra la giungla di Sandokan», il Castello di Bivona nascosto alla vista da un inestricabile canneto

Lo storico Antonio Montesanti denuncia il degrado lungo la Strada provinciale 95 e chiama in causa l'ex Corap: «La pulizia è di sua competenza»

«Qui sembra la giungla di Sandokan», il Castello di Bivona nascosto alla vista da un inestricabile canneto
Il canneto lungo la Sp 95 che nasconde il Castello di Bivona

Nello scegliere il set dove ambientare le riprese televisive della nuova serie di “Sandokan”, in onda prossimamente su Rai1, il produttore ha forse colto una similitudine tra la giungla della Malesia e l’inestricabile “vegetazione spontanea” cresciuta ai margini della strada provinciale n.95 (ex statale n.522) Pizzo-Tropea, dove fitti canneti, alti rovi e sterpaglie di ogni genere impediscono ormai la visuale della costa allungandosi fino alla carreggiata stradale.

In particolare, lo storico Antonio Montesanti punta il dito contro la fitta barriera di canne e rovi lungo il rettilineo dello stabilimento Baker-Hughes che nasconde alla vista il Castello di Bivona. «In verità, dal 2008 ad oggi – sottolinea Montesanti – quel perenne canneto ha coperto, rendendoli vani, i lavori per la valorizzazione del castello e della sua area archeologica per un valore di circa 4 milioni di euro. Per colpa di quel canneto, tutti i soldi spesi sono stati sprecati malamente: dietro quelle canne sono spariti container, biglietteria, servizi igienici, telecamere, luci e quant’altro utile alla sua fruizione, senza che nessuno se ne accorgesse».

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«Ed oggi – prosegue Montesanti – nasconde quanto viene rimosso con il nuovo finanziamento: 900 mila euro per buttare giù lampioni, staccionate, sotto servizi elettrici, telecamere, panche, pannelli didattici, per rifarli nuovamente». Per Montesanti, tre, anzi quattro finanziamenti in sedici anni, senza aver mai tolto le canne e i rovi dal rettilineo più in vista e trafficato della provincia. «Adesso – chiede ironicamente – non vi aspettereste che sia prevista una pulizia tale da eradicare definitivamente il canneto? Che i nuovi arredi e allestimenti vengano finalmente messi a vista? E invece no, quel canneto resterà lì perché la sua eradicazione non è stata per l’ennesima volta prevista. La striscia di terreno in cui prolifica il canneto è di competenza dell’ex Corap – ha aggiunto – e nessuno ha mai pensato a richiederla. Volendo, si sarebbe potuto fare da anni, imponendo con un’ordinanza del sindaco all’ente di farlo. Per ragioni sanitarie, di protezione civile e antincendio, di decoro e altro. Si potrebbe fare anche oggi – ha in fine concluso -, obbligando l’ex Corap a rispettare l’ordinanza sindacale del 27 giugno del 2023 sulla pulizia delle aree private e, in caso di inadempienza, procedere in autonomia addebitando i costi per come previsto nell’ordinanza».

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