Strada provinciale 17 sempre più insicura tra frane, buche e sterpaglie che accolgono (anche quest’anno) i primi turisti
Anni di appelli corali caduti nel vuoto e di promesse elettorali mai mantenute. Tutto questo ricade sulla sicurezza di residenti e turisti, che a volte non tornano per il troppo degrado
Non c’è tregua neppure per questo inizio di stagione turistica per la Strada provinciale n°17, che collega l’entroterra vibonese a Tropea, inghiottita da erbacce, erosa da frane e col manto stradale al limite della percorribilità perfino per un mezzo di soccorso. I primi turisti muniti di auto cominciano ad arrivare e la principale immagine che il territorio offre di sé, purtroppo non ha nulla a che vedere con le bellezze naturali e gli scorci mozzafiato, bensì con l’incuria peggiore di cui l’essere umano può essere capace. Gli appelli di cittadini, associazioni e amministrazioni locali negli anni si sono sempre susseguiti e, tranne nel caso di qualche sfalcio a ridosso di agosto, la situazione è rimasta invariata. Percorrendola da Vibo Valentia in direzione di Tropea, rovi, sterpaglie e canneti che invadono anche di un metro la carreggiata, impongono ad ogni automobilista di portarsi sempre più verso il centro della strada rischiando, nel caso di persone non del luogo, di avere ulteriori disagi all’incontro di un mezzo proveniente in direzione opposta.
Se a tutto questo si aggiungono la scarsissima osservanza dei limiti di velocità e le condizioni precarie del manto stradale, scollato o costellato di buche che impongono una gimcana, ecco che il verificarsi di un incidente stradale è proprio dietro l’angolo. La difficoltà oggettiva maggiore per mezzi di soccorso, pullman e veicoli riguarda anche uno dei tornanti che ricadono all’interno del Comune di Drapia, all’altezza della frazione di Sant’Angelo. Sono circa sei anni che una corona di frana, lentamente in espansione, sta cancellando la corsia in direzione nord. L’area, che in tutto questo tempo non ha mai subito intervento alcuno da parte della Provincia di Vibo Valentia, fin da principio risulta delimitata da alcuni pali in ferro conficcati nell’asfalto e da una recinzione in plastica arancione ora in preda alle erbacce. Tale circostanza di pericolo, costringe i passanti ad autogestire (per così dire) il transito: di giorno i più prudenti avvisando della loro presenza con un colpo di clacson coloro che oltre la curva stanno per sopraggiungere, mentre di notte con un semplice abbaglio di fari. Una “cortesia” che non tutti mettono in pratica e che, finora, ha evitato tragici incidenti. Ma senza un serio intervento di ripristino, fino a quando la casistica degli scongiuri potrà funzionare?
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