venerdì,Novembre 22 2024

«Guardate lo scempio del Sant’Anna»: Montesanti descrive in un video la bomba ambientale innescata a Bivona – Video

Lo storico vibonese realizza un breve reportage che ripercorre la storia di questo fosso, ingabbiato tra alti muri di cemento. Spesso si trasforma in una fogna a cielo aperto che minaccia la balneabilità: «Territorio violentato»

«Guardate lo scempio del Sant’Anna»: Montesanti descrive in un video la bomba ambientale innescata a Bivona – Video
Il torrente Sant'Anna e lo storico Montesanti

È documento pacato nei toni, ma forte nei contenuti. Antonio Montesanti, storico vibonese, scrittore e artista, nonché candidato al Consiglio comunale nella prossima tornata elettorale amministrativa, descrive lo scempio del torrente Sant’Anna con un video che racconta l’assurdità dell’antropizzazione a Vibo Marina. Dopo l’alluvione del 2006 e lo straripamento del torrente, infatti, il suo tratto finale è stato ingabbiato con alti muri di cemento. «Per metterlo in sicurezza – spiega Montesanti – hanno alzato una barriera di cemento armato lungo tutto il suo ultimo tratto verso il mare. Invece di allargare l’argine, lo hanno ristretto con un muro che arriva praticamente fino alla spiaggia. Tutti parlano di protezione dell’ambiente, di tutela, e poi troviamo una vera e propria muraglia cinese che impedisce al torrente di respirare».

Poi, la descrizione di Montesanti diventa olfattiva: «Non potete immaginare la puzza di quest’acqua scura che si riversa in mare. Sulla collina che sovrasta la zona c’è un depuratore sottodimensionato (il Silica, ndr), dal quale spesso tracimano i fanghi che finiscono così nel Sant’Anna, che in pratica diventa un vero e proprio collettore fognario del Comune di Vibo Valentia. Una situazione di piena illegalità». È il motivo per cui, ogni anno, in prossimità dell’estate, il fosso viene collettato con il più grande depuratore a valle, quello di Porto Salvo, al fine di evitare l’inquinamento delle acque marine di Bivona. Quest’anno, però, tutto si è bloccato e l’intervento non è ancora stato realizzato, con grande rischio per la balneabilità della zona che potrebbe essere compromessa da improvvise colate fognarie.

«Ovviamente i responsabili di questo disastro gestionale della depurazione sono facilmente identificabili – conclude Montesanti -. Io penso che dovremmo abbattere questi muri di cemento, ripristinare lo stato dei luoghi e disinnescare questa bomba ecologica una volta per tutte».

top