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Liquami nel mare di Pizzo, Paolillo (Wwf): «Spettacolo deprimente»

Il naturalista si chiede: «Come mai certi fenomeni continuano a verificarsi? Bisogna evitare di arrivare all’estate impreparati»

Liquami nel mare di Pizzo, Paolillo (Wwf): «Spettacolo deprimente»
Liquami nel mare di Pizzo

Uno «spettacolo deprimente». Così, Pino Paolillo, naturalista e responsabile del settore Conservazione del Wwf di Vibo Valentia illustra la situazione in cui versa il mare di Pizzo «lordato da liquami». Il naturalista, alla luce di quanto registrato nelle scorse ore, specifica: «Per quanti sforzi faccia, non riesco a trovare altri vocaboli per le strisce grigiastre lunghe centinaia di metri insozzano le acque antistanti il paese, cosi come osservato il 3 aprile. Solo nel mese di marzo da poco trascorso lo stesso era accaduto il 5, il 25 e il 29: davvero un po’ troppo per una cittadina turistica dove da decenni si sente invece ripetere in maniera schizofrenica, o che tutto è perfettamente funzionante, o che sono stati adottati i provvedimenti perché tutto (stazioni di sollevamento, depuratore, allacci privati) lo diventi. Non se ne può più, sinceramente».

Pino Paolillo – Wwf

Paolillo aggiunge: «Da cittadino di questo paese mi chiedo e chiedo: come mai certi fenomeni continuano a presentarsi puntualmente? Chi sono i responsabili di tali scempi, dopo anni di indagini, di impiego di mezzi tra i più disparati, di convegni, impegni solenni e proclami altisonanti? L’invito, l’ennesimo, rivolto a tutti gli enti a vario titolo responsabili della tutela del nostro mare – rimarca il naturalista – è quello di prendere atto, con umiltà e obiettività che, evidentemente,  qualcosa  ancora non va, qualcosa che ancora  sfugge o che non si riesce a risolvere per problemi strutturali, per mancanza di fondi sufficienti (ricordate i famosi 500.000 euro stanziati per questo settore?); non voglio credere che sia per mancanza di volontà politica non foss’altro perché le critiche non piacciono a nessuno. Se, per come si ripete, tanto è stato fatto, la realtà dei fatti impone che si faccia di più, ma per decenza, non mi si venga a dire anche stavolta che è colpa delle piogge o delle mareggiate perché sono giorni che non piove, né mi ricordo di un mare in burrasca e, quandanche fosse, bisogna fare di tutto perché, anche se si aprissero le cateratte del cielo, o ci travolgesse uno tsunami, le acque luride – continua – non devono finire in mare». Il responsabile Wwf evidenzia: «Nessuno, io per primo, vuole o può negare che lo stesso mare il più delle volte si presenta limpido e cristallino, una vera delizia per gli occhi e per l’anima, ma ciò non deve rappresentare una scusante, un’attenuante, o peggio, un modo un po’ infantile di negare il problema,  se solo ci si mette per un attimo nei panni dei turisti che non si possono permettere di perdere neanche un giorno della loro villeggiatura (a differenza dei residenti che possono, volendo, godere del mare praticamente per 5 mesi all’anno).  Quante volte abbiamo sentito ripetere che i problemi dell’estate che verrà si cominciano a risolvere a iniziare dall’autunno per non arrivare “impreparati” all’appuntamento balneare? Salvo poi dover constatare amaramente, come in questo caso, che un altro anno è passato (quasi) invano.  Conservo ancora – conclude – la speranza (non dico l’illusione) che anche queste quattro righe non siano state buttate giù inutilmente, ma che siano finalmente le ultime».

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