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Rifiuti, la Dusty respinge al mittente le accuse dello Slai Cobas: «Infondate»

L’azienda replica agli attacchi del sindacato e spiega le «vere cause» dei disservizi che si sono registrati nel corso di questi anni. Sul tema interviene anche la Confasila

Rifiuti, la Dusty respinge al mittente le accuse dello Slai Cobas: «Infondate»

Dopo le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente di Vibo Vincenzo Bruni e la replica dello Slai Cobas con Nazzareno Piperno, a tornare sulla questione rifiuti-lavoro-appalto è proprio la Dusty, ditta che ha in affidamento il servizio a Vibo Valentia. L’azienda, «senza voler fomentare sterili polemiche e senza la pretesa di intromettersi in questioni che non le competono, intende esclusivamente prendere posizione sulle gratuite e non fondate affermazioni del signor Piperno in merito alla pretesa incapacità organizzativa della deducente nella gestione del servizio di igiene urbana a Vibo Valentia». 

Affermazioni che a detta della Dusty sono «lesive dell’immagine di un’impresa che da oltre trent’anni opera con professionalità e serietà nel settore dei rifiuti», e «si appalesano assolutamente false e meritano di essere smentite». Ecco le precisazioni dell’azienda siciliana: «Sin dall’avvio dell’appalto, Dusty ha operato al fine di far rinascere la città di Vibo Valentia dal reale e patologico stato di degrado igienico in cui si trovava, mettendo in campo iniziative ed investimenti ben al di sopra delle proprie obbligazioni contrattuali e giungendo al 52% di raccolta differenziata, obiettivo non facile in una città che partiva dalla percentuale del 4%. Il tutto nonostante l’estensione del sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta sull’intero territorio comunale, imposto dall’amministrazione e non fatto seguire dalla necessaria rimodulazione dei servizi con la prevista formalizzazione della modifica contrattuale. Una tale situazione ha comportato consequenziali oneri a carico dell’azienda traducendosi in talune inevitabili criticità nella gestione dell’appalto. Per far fronte a tale evenienza, Dusty – considerata l’inerzia dell’amministrazione ad assecondare l’impegno assunto della formalizzazione della variante contrattuale con ridimensionamento dei servizi – ha provveduto ad assumere un maggior numero di operatori, passando dalle 52 unità equivalenti aventi diritto al passaggio a 70 unità equivalenti, e a dotarsi di attrezzature e automezzi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal contratto. E solo per fare un esempio recentissimo, si evidenzia che nell’attuale situazione emergenziale di chiusura degli impianti di conferimento dei rifiuti, per garantire il regolare espletamento dei servizi, Dusty ha reso disponibili ulteriori due autocompattatori e una cassa scarrabile. Pertanto, considerato l’impegno sempre crescente che Dusty ha messo nella gestione della commessa, assecondando spesso le esigenze rappresentate dal sindacato Slai Cobas, appaiono oltre che false quanto meno ingenerose e offensive le affermazioni del signor Piperno».

Sull’argomento interviene anche il segretario provinciale della Confasila Giovanni Patania, che bolla come «senza capo né coda» le dichiarazioni dell’assessore Bruni e dell’amministrazione comunale: «Infatti dopo la proposta di sospensione delle licenze ai commercianti che non sono in regola con i tributi – commenta il sindacalista – adesso è il turno dei lavoratori della Dusty, come se questo territorio si possa permettere o sopportare la perdita di decine di posti di lavoro». Quanto al fatto che l’amministrazione lavori per i cittadini, Patania aggiunge: «Francamente ad oggi non ce ne siamo accorti visto l’abbandono in cui versano ad esempio larghe parti delle frazioni marine, in alcuni punti discariche a cielo aperto, oppure il disinteresse generale verso la tonnara di Bivona diventata rifugio notturno per chi vuole fare traffici illeciti». Quanto alla clausola sociale e più in generale il futuro appalto, Patania attacca: «L’assessore Bruni sappia che le responsabilità vanno ricercate sia nella ditta Dusty che precedentemente ha vinto un appalto di 10 milioni di euro, sia in quei dirigenti comunali che in questi anni hanno evaso il controllo; i lavoratori sono la parte debole della catena ma fa comodo sparare sulla croce rossa invece di individuare gli obiettivi che hanno portato ad un fallimento nella gestione dei rifiuti».

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