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Da Santo Todaro ai megaliti di Nardodipace, l’itinerario alla scoperta dei borghi montani vibonesi

L’iniziativa dell’associazione “Vivi Serra” per promuovere siti poco conosciuti. Il presidente Papasodaro: «Siamo tutti responsabili per la tutela del nostro patrimonio naturalistico e storico»

Da Santo Todaro ai megaliti di Nardodipace, l’itinerario alla scoperta dei borghi montani vibonesi
Scorci di Nardodipace

«Siamo tutti responsabili per la tutela e valorizzare i nostri patrimoni, siano questi culturali, storici, ambientalisti». Mario Papasodaro, presidente dell’associazione “Vivi Serra San Bruno”, punta l’attenzione sulla necessità di valorizzare i siti locali al fine di recuperare tracce di memoria passata e anche contribuire ad un rilancio turistico dei borghi più piccoli. Un impegno che vede impegnato il sodalizio durante tutto l’arco dell’anno e non solamente nella bella stagione. Un lavoro che sta portando buoni frutti. L’idea delle escursioni e percorsi trekking inizialmente aveva coinvolto pochi appassionati. Il gruppo, mese dopo mese, ha raccolto via via adesioni crescenti. Oggi le attività vengono eseguite da circa 50/60 persone. Tra i percorsi proposti, quello dedicato ai borghi montani: «L’itinerario – spiega il referente del sodalizio- punta alla valorizzazione dei piccolissimi borghi montani partendo da Santo Todaro, frazione di Nardodipace. Qui contiamo diverse località e frazioni tra cui Case sparse, Cassari, Dedera, Nardodipace Vecchio, Ragonà, Vecchio Abitato e Santo Todaro. La frazione di Santo Todaro sorge a 651 metri sul livello del mare. Gli abitanti? Circa 100».

L’itinerario

Piccoli mondi, insomma, che rischiano di sparire. In linea con le precedenti iniziative, “Vivi Serra San Bruno” intende, tramite l’iniziativa, dare rilievo alla storia locale: «Dati storici riportano al 1870 i primi “colonizzatori” del paese. Tuttavia l’intera area delle Serre, fin dai tempi antichi, ha accolto popolazioni che non solo si spostavano lungo le coste ma si addentravano nell’entroterra alla ricerca di materie prime». Il percorso prevede «la visita a vari punti strategici del borgo quali “lu Campanaru”, la chiesa (datata 1910), la parte vecchia del borgo, il frantoio abbandonato. Successivamente impegneremo “lu cundutto” nonché un vecchio canale d’irrigazione che ci porterà fino alla “briglia” del fiume Precarìti. Lasciata questa vecchia struttura, proseguiremo verso località “Finocchio” per poi, una volta superato il ponte che sovrasta sempre il Precarìti, concludere il trekking presso “l’edificio” luogo dove i partecipanti consumeranno alcune prelibatezze caserecce». L’itinerario prevede quindi la promozione anche dei prodotti tipici locali fortemente legati al territorio: «Il nostro impegno come associazione- fa rilevare Papasodaro- viene indirizzato alla conoscenza dei luoghi e anche delle specialità enogastronomiche».

I megaliti di Nardodipace

Si farà tappa anche ai megaliti. Si tratta di enormi complessi di pietre accorpate fra loro e secondo alcune teorie, la loro esistenza potrebbe collegarsi alla presenza in loco di popolazioni antecedenti la colonizzazione dei greci. Ipotesi, al momento. La loro scoperta risale al 2002 a seguito di un incendio che disboscò l’area adiacente il sito, portando alla luce questi enormi sassi di natura incerta. Secondo alcuni studiosi, si tratta di riaffioramenti granitici opera del lavoro della natura, per altri, intervento dell’uomo. La ricerca scientifica intanto procede grazie anche ad una convenzione stipulata lo scorso anno tra il Parco delle Serre e l’Università della Calabria – dipartimento Biologia, Ecologia e Scienze della terra. L’attenzione sul sito resta alta «Il nostro impegno come associazione – evidenzia Papasodaro – è quello di portare avanti la storia che Il territorio custodisce – un po’ dimentico – un immenso patrimonio artistico, monumentale e naturalistico che rappresentare una importantissima testimonianza della nostra cultura. I megaliti – aggiunge – sono una realtà molto importante come affermano i tanti studi effettuati avvolti ancora in un grande mistero. La nostra escursione vuole portare in primo posto questi geositi che devono essere messi in primo posto». L’intento è collegare l’itinerario di Santo Todaro ai megaliti «inserendo i diversi percorsi che raccontano tutta la loro storia». Il prossimo appuntamento è in programma il 18 febbraio.

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